“Che vi siano evidenze sulla scarsa efficacia dei sieri ormai è fatto acclarato e confermato da tutte le persone plurivaccinate che continuano a infettarsi. Il predominio della variante Omicron ha scompaginato una narrazione già scricchiolante sull’onnipotenza delle inoculazioni.
Ma nonostante tutto c’è chi ancora diffida dal guardare con obiettività la situazione che gli si para dinanzi. E se i primi a non fare retromarcia si trovano ai piani alti, lì dove vengono prese le decisioni che stravolgono la vita dei cittadini, si comprende la gravità del momento.
Chissà se il Governo ha ascoltato, anche solo di sfuggita, le parole pronunciate dal Ceo di Pfizer Albert Bourla il quale ha affermato: “Sappiamo che due dosi di vaccino offrono una protezione estremamente limitata, forse nessuna”. Quindi nemmeno ‘funzionicchiano’, come diceva qualche ‘scienziatone’ in tv.
Il numero uno dell’azienda che per prima ha lanciato sul mercato il siero anti Covid ha rilasciato queste dichiarazioni con riferimento alla variante Omicron. Si tratta quindi di uno scenario più che mai attuale alla luce del fatto che la recente mutazione del virus di Wuhan è sicuramente la più diffusa, non solo in Italia. Perché mai, dunque, obbligare le persone a iniettarsi una sostanza che sarebbe già obsoleta” e non funziona affatto?
Albert Bourla è quel Ceo che nel lancio del vaccino Comirnaty di Pfizer nel novembre 2020, approfittando dell’euforia generale e vedendo i titoli in Borsa guadagnare punti, ha venduto le sue azioni incassando circa 5 milioni di euro. Segno che non ci credeva nemmeno lui nel suo prodotto.
Il mistero dei contratti tra la commissaria Ue Ursula von der Leyen e il Ceo di Pfizer sulla commissione di nuove dosi di vaccino. “Sieri comprati via SMS”. Guarda il video su Radio Radio.