“Chaos” e truffe nei lavori sull’A2, chiuse le indagini: 26 indagati

Carlomagno

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Chaos e truffe nei lavori sull'A2, chiuse le indagini: 26 indagatiVIBO VALENTIA – Frode in pubbliche forniture, truffa aggravata ai danni di ente pubblico, attentato alla sicurezza dei trasporti, abuso d’ufficio e falso ideologico in atto pubblico. Queste le ipotesi reato per le quali la Procura di Vibo Valentia ha chiuso le indagini preliminari nei confronti di 26 indagati coinvolti nell’operazione denominata “Chaos”, scattata il 3 aprile 2017 con arresti e sequestri eseguiti dalla Guardia di finanza.

L’inchiesta svelerebbe un “sistema” di esecuzione dei lavori caratterizzato da una serie di falsi ideologici che avrebbero consentito alle imprese appaltatrici delle opere di ammodernamento dell’autostrada A2 (ex A3 Salerno-Reggio Calabria) di mettere in atto quella che gli inquirenti ritengono sia stata una vera truffa.

L’operazione aveva portato al sequestro preventivo di beni per un valore di 12.756.281,29 euro a carico di imprese e relativi rappresentanti legali coinvolti nelle indagini. Fra gli indagati costruttori, diversi funzionari dell’Anas e ispettori di cantiere.

Gli indagati sono Gregorio Cavalleri, 66 anni di Dalmine (Bergamo), già arrestato ad Aprile (carcere) insieme a Vincenzo Musarra, (63) di Verdello (Bg), Carla Rota, (55) di Almè (Bergamo) e Domenico Gallo, (61), imprenditore di Bovalino. Poi Marcello Ranalli, 59 anni di Giulianova (Teramo); Dino Laporini, (58) di Filattiera (Massa-Carrara); Paolo Francesco Campanella, (49) di Castelluccio Inferiore (Potenza); Giuliano Gini, (59) di Sorisole (Bergamo); Giovanni Fiordaliso, (47) di Reggio Calabria; Salvatore Bruni, (41) di Catanzaro; Consolato Cutrupi, (46) di Reggio Calabria; Vincenzo De Vita, (45) di Tropea; Antonino Croce, (37) di Palermo; Maurizio Panarello, (50) di Bovalino; Alessandro Rossi, (53)di Arezzo; Marco Angelo Bosio, (50) di Crema; Maurizio Aranini, (44) di Taurianova; Gianfranco Vasselli, (57) di Roma; Angelo Dandini, (48) di Anagni; Fabrizio Tragna, (44) di Palermo; Settimio Branchi, (63) di Roma; Giovanni Parlato, (50) di Roma; Francesco Caruso, (48) di Cosenza; Antonio Pio Cannatà, (50) di Cinquefrondi; Pietro Lo Faro, (58) di Decollatura; Maria Stella Orecchio, (45) di Soriano Calabro.

Dalle indagini sull’esecuzione dei lavori di ammodernamento affidati in Appalto dall’Anas per un importo di circa 61 milioni di euro, coordinate dal pm di Vibo Valentia Benedetta Callea, ed eseguite dalla Compagnia della Guardia di Finanza di Vibo Valentia, è emerso il quadro di diffuse irregolarità, estrinsecatesi attraverso vari episodi di truffa e frodi nelle pubbliche forniture; false certificazioni di lavori mai effettivamente eseguiti, eseguiti solo in parte o eseguiti in grave difformità rispetto alle previsioni contrattuali; alterazioni della contabilità lavori; omissioni, da parte degli organi della Stazione Appaltante, di verifiche e controlli.

Il tutto sarebbe finalizzato all’indebito arricchimento degli operatori economici aggiudicatari dell’appalto, che secondo quanto sinora emerge dagli accertamenti, avrebbero lucrato somme non dovute per un importo di 12.756.000 euro. Le indagini hanno fatto emergere anche l’esecuzione di opere potenzialmente pericolose per la sicurezza pubblica.