Operazione Stige, Luberto: “Libertà di voto a rischio. Occorre reagire”

Carlomagno

Ai Lettori

Secondo Piano News non riceve finanziamenti pubblici come i grandi e piccoli media mainstream sovvenzionati a pioggia dallo Stato. Pertanto chiediamo ai nostri lettori un contributo libero che può permetterci di continuare a offrire una informazione vera, libera e corretta.

SOSTIENI L'INFORMAZIONE INDIPENDENTE
 
SEGUICI SUI SOCIAL
Per ricevere gli aggiornamenti lascia un like sulla nuova pagina Fb. Iscriviti anche al Gruppo "Un Unico Copione Un'Unica Regia". Seguici pure su TELEGRAM 1 (La Verità Rende Liberi); e TELEGRAM 2  (Dino Granata), come su Twitter "X" SPN nonché su X (Dino Granata)
 Il procuratore aggiunto della Dda di Catanzaro Vincenzo Luberto commenta operazione stige
Il procuratore aggiunto della Dda di Catanzaro Vincenzo Luberto (frame video News&Com)

Siamo davanti a una “mutazione genetica della ‘ndrangheta. Non possiamo più parlare di infiltrazione dei clan nella vita economica – ha spiegato – ma siamo di fronte a una immedesimazione tra ‘ndrangheta e imprenditoria”. Lo ha spiegato il procuratore aggiunto della Dda di Catanzaro Vincenzo Luberto illustrando i dettagli dell’operazione Stige con cui sono state arrestate 169 persone tra presunti capi e gregari della cosca Farao-Marincola e diversi amministratori.

Sulla presenza delle cosche negli enti locali Luberto ha aggiunto che “stiamo rischiando la nostra stessa libertà di voto, cerchiamo di reagire. Da calabrese vi dico che siamo sull’orlo del baratro”, ha detto il magistrato sulla pervasività delle cosche che da decenni controllano anche il voto.

Il clan, secondo il procuratore capo Nicola Gratteri aveva il totale “controllo politico” nel territorio. “Decideva e faceva eleggere sindaci e il presidente della provincia”. “Ormai nelle istituzioni locali la ‘ndrangheta ha messo suoi uomini funzionali agli interessi dell’organizzazione criminale”, ha aggiunto.

Questa è un’indagine, che per importanza e numero di arresti (la più imponente da 23 anni a questa parte) per il magistrato “è da portare nelle scuole di magistratura per spiegare come si fa una indagine per 416 bis. Siamo di fronte a un “locale”, quello di Cirò, antico che partecipa al Crimine e al Tribunale della ‘ndrangheta. È una struttura così radicata nel territorio che non necessita neanche più di fare intimidazioni”.

Il generale Pasquale Angelosanto, comandante del Raggruppamento operativo speciale (Ros) dei carabinieri ha sottolineato come “la pericolosità della ‘ndrangheta non sia solo nella sua capacità di controllare il territorio ma anche nella sua enorme ricchezza che gli consente una straordinaria capacità corruttiva”.

Il colonnello del Ros Lorenzo Sabatino ha reso noto che sono state sequestrate ben 57 società, “in molti casi ci siamo trovati di fronti soggetti che dichiaravano reddito zero e che invece avevano a disposizione mezzi e case di lusso”.

Il comandante del Ros di Catanzaro, il maggiore Giovanni Migliavacca, ha voluto ricordare “la dedizione e l’impegno dei carabinieri che con il loro lavoro sono riusciti a ricostruire 15 anni di storia criminale”. “Da questa notte – ha detto il comandante provinciale dei carabinieri di Crotone, colonnello Alessandro Colella – sul territorio hanno operato oltre mille carabinieri”.