Catanzaro. Droga a minorenni, poi pestaggi e minacce di morte

Sgominata una banda di pusher che picchiava selvaggiamente giovani consumatori di droga per farsi ripagare i debiti. I ragazzi costretti a vendersi l'oro dei genitori per saldare il "dovuto".

Carlomagno

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Dall'alto a sinistra in senso orario Raffaele Canino, Raffaele Matteo, Pietro Barberio e Domenico Canino
Dall’alto a sinistra in senso orario Raffaele Canino, Raffaele Matteo, Pietro Barberio e Domenico Canino

Pugni, schiaffi, estorsioni e minacce di morte, ritorsioni violente, appostamenti sotto casa, violenze attuate con più condotte e in tempi diversi. E’ quanto hanno dovuto subìre molti giovani consumatori di droga, alcuni dei quali minorenni, che erano in debito con quattro giovani catanzaresi residenti nel quartiere Siano, arrestati all’alba dai Carabinieri della Compagnia di Catanzaro con l’accusa a vario titolo di spaccio di marijuana e hashish nel capoluogo calabrese, oltre ad una serie di episodi di estorsione, rapina e lesioni.

Il gip del tribunale di Catanzaro Barbara Saccà ha emesso, su richiesta della procura della Repubblica, un’ordinanza di custodia cautelare, una in carcere e tre ai domiciliari, nei confronti di Domenico Canino, di 23 anni, con precedenti specifici (già noto alle cronache locali per essere stato individuato, nel 2013, quale referente principale dello spaccio di droghe leggere ai giardini San Leonardo, noto luogo di ritrovo giovanile della città) per il quale è scattata la misura cautelare della custodia in carcere poiché ritenuto il capo del sodalizio criminale emerso nella presente indagine; Matteo Raffaele, 22 anni, (domiciliari), subordinato a Canino al quale doveva rendere conto, e ritenuto responsabile di più episodi di spaccio, minaccia ed estorsione; Pietro Barberio e Raffaele Canino, (entrambi 22enni), anche loro ai domiciliari, entrambi solidali al Domenico Canino nella commissione, in tempi diversi, di più condotte di minaccia di morte e estorsione.

L’indagine, denominata “Payback” e condotta dai militari del Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Catanzaro, prese avvio nel 2016 a seguito di due distinte denunce presentate ai Carabinieri di Villa Trieste da parte di altrettanti genitori, ormai esasperati dalle continue richieste di denaro dei figli che “dovevano” pagare i loro debiti di droga.

Gli accertamenti effettuati dai Carabinieri hanno permesso di avviare un’articolata attività di indagine attraverso la quale è stata accertata la sussistenza di un vero e proprio gruppo criminale responsabile di numerosi episodi di spaccio, richieste estorsive, e gravi minacce e violenze fisiche con conseguenti lesioni personali subite dalle vittime.

Gli arrestati

Secondo quanto emerso, le vessazioni erano frequenti e culminavano in vere e proprie aggressioni fisiche verso giovani consumatori di droghe, alcuni dei quali minorenni, che, caduti nella trappola della dipendenza, nell’impossibilità di pagare la dose o le dosi da consumare, la ricevevano “a credito”, entrando in un vortice vizioso che determinava l’insorgenza di un debito, via via sempre più elevato, con i pusher.

Alcune delle “vittime”, molte delle quali appartenenti alla “Catanzaro bene”, per saldare il dovuto, si erano viste costrette a sottrarre fraudolentemente ai genitori alcuni monili in oro, da “cambiare” in denaro ai “Compro Oro”, o il bancomat per prelevare il denaro da corrispondere ai pusher; altri, addirittura, si erano messi al servizio del gruppo, trasformandosi, a loro volta, in spacciatori per la vendita dello stupefacente a favore di terzi, fino all’agognata ma pressoché irrealizzabile estinzione del debito.

In altri casi, infine, a ricevere minacce erano stati gli stessi genitori che, per proteggere l’incolumità dei propri figli, avevano, di propria iniziativa, attivato un canale diretto con i pusher, versando al gruppo ingenti somme di denaro, anche di diverse migliaia di euro. Stamane la banda è stata smantellata.