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Non luogo a procedere per sopravvenuta prescrizione: è la sentenza della Corte d’appello di Catanzaro nel processo che vedeva imputata l’ex dirigente della Regione Alessandra Sarlo, accusata di corruzione.
Secondo l’accusa, la Sarlo, tramite il marito Vincenzo Giglio, ex presidente della sezione Misure cautelari del Tribunale di Reggio Calabria, sarebbe stata nominata illegittimamente commissario straordinario dell’Azienda sanitaria provinciale di Vibo Valentia.
Nomina ottenuta, sempre secondo l’accusa, grazie ai presunti rapporti tra l’ex magistrato e l’ex consigliere regionale Franco Morelli. In primo grado, nel 2015, il Tribunale di Catanzaro aveva condannato Alessandra Sarlo a due anni di reclusione.