Marco Gallo arrestato anche per l’omicidio Pagliuso. Vendetta per Scalise

Ritenuto il killer dei delitti Berlingieri e Mezzatesta, l'uomo di Falerna sarebbe anche l'autore dell'omicidio del penalista. Manca il movente. Ha agito su commissione?

Carlomagno

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omicidio Pagliuso - sopralluogo Gallo
Un frame video che riprende il sopralluogo vicino la villa Pagliuso

Avrebbe pianificato tutto nei minimi particolari, Marco Gallo, il 32enne già in carcere per altri due delitti cui è stata notificata una nuova ordinanza di custodia per l’omicidio dell’avvocato Francesco Pagliuso, ucciso la sera del 9 agosto nel cortile della sua villa in viale Marconi, a Lamezia Terme. Questa volta c’è l’aggravante mafiosa perché avrebbe favorito la cosca Scalise.

I carabinieri del comando provinciale di Catanzaro coi colleghi lametini, coordinati dalla Dda guidata da Nicola Gratteri, hanno ricostruito le fasi precedenti il delitto e quelle successive. A inchiodarlo sono state le telecamere, come negli altri omicidi in cui è coinvolto, cioè del fruttivendolo Francesco Berlingieri (ucciso il 19 gennaio 2017), e del ferroviere Gregorio Mezzatesta, freddato davanti le ferrovie della Calabria il 24 giugno 2017.  Nel primo delitto, in cui venne ferito un bambino di 8 anni, era stata coinvolta anche Federica Guerrise, la moglie infermiere di Gallo che gli inquirenti ritengono abbia fatto da “palo”.

Secondo gli investigatori, che ora gli attribuiscono le responsabilità di un terzo omicidio (in realtà il primo in ordine cronologico) l’uomo i giorni prima dell’agguato del 9 agosto 2016 fece più sopralluoghi presso la villa del professionista. Ad immortalarlo alcune telecamere private poste nei pressi di viale Marconi. Maglietta e pantaloncini, l’uomo-podista è ritratto mentre fa footing lungo alcune vie circostanti. L’andatura pare la stessa di quella slanciata che si nota nei filmati delle indagini per gli altri due omicidi.

Dopo l’omicidio, alle 22:54 del 9 agosto, le telecamere immortalano la stessa figura con lui, il presunto killer, che fa il percorso a ritroso. Questa volta con uno zainetto in spalla. L’uomo attraversa la strada e va a prendere la sua auto, una Bmw, la stessa usata per caricare sul carrello la moto Enduro che sarebbe servita come mezzo per compiere l’omicidio Mezzatesta a Catanzaro.

Il movente dell’omicidio Francesco Pagliuso

Gli inquirenti sono riusciti a ricostruire il movente che lega in qualche modo i tre fatti di sangue. Gallo, che prima di essere arrestato la scorsa estate non aveva precedenti, avrebbe agito forse su commissione per vendicare l’uccisione di Daniele Scalise, avvenuto a giugno 2014, e del cui omicidio la famiglia della vittima attribuiva la responsabilità a Domenico e Giovanni Mezzatesta, padre e figlio oggi in carcere per il duplice omicidio di Decollatura dove nel gennaio 2013 vennero ammazzati Giovanni Vescio e Francesco Iannazzo, legati al clan Scalise.

Il terribile duplice omicidio, avvenne nel Bar Reventino, di proprietà di Luciano Scalise, fratello di Daniele. Secondo quanto emerso, gli Scalise ce l’avevano con l’avvocato Pagliuso perché dopo averli avuti clienti in alcuni processi, prese le difese di padre e figlio Mazzatesta. Non solo, ad avviso degli inquirenti, il legale avrebbe anche favorito la latitanza di Domenico e poi, da bravo avvocato, riuscì a fare annullare l’ergastolo ai Mazzatesta.  Da quì la ripercussione che portò a giugno del 2016 a decidere l’omicidio di Gregorio Mazzatesta, fratello di Domenico, per cui è anche accusato Marco Gallo.

Originario di Falerna, Gallo gestiva una società di consulenze, mentre la moglie è infermiera. Insospettabili. Tre delitti, di cui uno eccellente, un unico filo conduttore che li lega ai potenti clan di ‘ndrangheta della piana lametina.