Svolta nelle indagini sull’incendio al pub, fermato parente del gestore

Si tratta di Gennaro Fiorentino, parente del titolare del locale andato in fiamme. Avrebbe incaricato Paonessa e Sergi di incendiare il Pub per incassare l'assicurazione

Carlomagno

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Incendio Pub Tonninas Catanzaro LidoSvolta nelle indagini sull’incendio al Tonnina’s pub di Catantaro Lido. La Squadra mobile di Catanzaro ha fermato un uomo di 47 anni, Gennaro Fiorentino, ritenuto il mandante del rogo appiccato ieri notte in cui sono morti i due giovani Giuseppe Paonessa e Eugenio Sergi, di 34 e 33 anni.

Fiorentino, il “collaboratore e parente” del gestore del locale

Fiorentino è un collaboratore del Pub nonché parente del titolare del locale, ma non sarebbe un socio. Con le due vittime, frequentatori del Tonnina’s, pare avesse un rapporto di amicizia. Secondo l’accusa della Procura di Catanzaro, che ha emesso il provvedimento, Fiorentino avrebbe dato mandato a Sergi e Paonessa di appiccare il fuoco allo scopo di incassare il risarcimento dall’assicurazione per far fronte ad una seria esposizione debitoria.

Il movente

Il locale era di proprietà di una persona, estranea all’inchiesta, che l’aveva poi ceduto lo scorso anno in gestione a P. V. e al cognato Gennaro Fiorentino. Secondo quanto è emerso, avevano serie difficoltà a pagare il fitto mensile, i fornitori e il personale: “Eravamo rovinati”, ha detto nell’interrogatorio. Per questo a Fiorentino, che non risulta socio del parente ma solo un collaboratore, sarebbe venuta in mente l’idea di fare qualcosa per ripagare i debiti accumulati. Tenendo all’oscuro di tutto il gestore, qualche tempo fa avrebbe avuto un primo incontro con Paonessa parlando della situazione in cui si trovavano, e questi, gli avrebbe prospettato una truffa incendiando il locale per riscuotere il premio assicurativo. Ma nessuno dei due avrebbe mai pensato al rischio e soprattutto al tragico epilogo.

La ricostruzione dell’incendio

All’interno del locale, intorno alle 12:30, i due giovani, Paonessa e Sergi, avrebbero aperto il locale con una copia di chiavi, simulando una effrazione, si sono introdotti con tre taniche contenenti circa 80 litri di benzina ed un erogatore a spruzzo, tipo i nebulizzatori usati in agricoltura, con cui hanno cosparso gli interni del liquido infiammabile e dare fuoco, ma gli ambienti già saturi di benzina avrebbero provocato un’esplosione. Le fiamme imponenti, alimentate dal legno presente nel pub, hanno subito divorato la struttura e i giovani, dapprima tramortiti e forse svenuti dalla deflagrazione, sono rimasti intrappolati e bruciati vivi.

L’uomo ha confessato nel lungo interrogatorio notturno

Fiorentino è stato interrogato durante la notte dal pm della procura catanzarese Chiara Bonfadini che ha coordinato le indagini con la supervisione del procuratore aggiunto Vincenzo Capomolla e del procuratore Nicola Gratteri, ed ha ammesso le proprie responsabilità. “Eravamo rovinati e disperati al pub. Avevano pensato di bruciare il pub e recuperare qualche soldo con l’assicurazione ma non avrei mai pensato che andasse a finire così”, ha detto al pm. In mattinata è scattato il fermo. L’accusa per lui è di danneggiamento seguito da incendio e morte come conseguenza di altro delitto.

Esclusa la pista estorsiva e il crimine organizzato

Rimane allo stato esclusa, quindi, l’ipotesi che l’evento sia da ricondurre a motivazioni estorsive come pure non vi è evidenza di qualsivoglia coinvolgimento nella vicenda della criminalità organizzata. Dopo le formalità di rito GeFiorentino è stato associato alla locale casa circondariale in attesa dell’udienza di convalida.