Keleos, Gratteri: “Indagine da manuale per scuola di polizia”

Carlomagno

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Conferenza stampa della Dda di Catanzaro su operazione Keleos

“Questa operazione può essere utilizzata come materia di studio in una scuola di polizia”. Lo ha detto il procuratore della Repubblica, Nicola Gratteri, capo della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, commentando l’esito dell’inchiesta “Keleos”, che ha portato all’arresto del gruppo criminale autore della rapina milionaria al caveau dell’istituto di vigilanza ‘Sicurtransport’ avvenuta il 4 dicembre 2016 nel capoluogo calabrese.

“È stato un lavoro intrigante e stimolante – ha proseguito Gratteri – perché leggendo gli atti sembra che si descrive un saggio, la trama di un film anche se prima della fine abbiamo trovato la soluzione. Soluzione resa possibile perché si è lavorato con una polizia giudiziaria di qualità, con il coinvolgimento dello Sco, che coordina tutte le Squadre mobili italiane: prezioso è stato il contributo della Squadra Mobile di Foggia, composta da esperti perché nella loro area ci sono gruppi criminali specializzati in assalti a caveau e portavo lavori, persino sull’autostrada. Ma ovviamente – ha rimarcato il procuratore – grande sforzo è stato profuso dagli uomini della Squadra Mobile di Catanzaro, che con determinazione e bravura non si sono mai fermati e hanno lavorato in fortissima sinergia insieme alla magistratura”.

Gratteri ha poi osservato: “Il fatto è stato davvero grave e cruento. All’epoca ero arrivato da poco a Catanzaro e restai impressionato. All’inizio si brancolava nel buio, perché non eravamo abituati a fatti del genere, ma giorno dopo giorno è stato portato un tassello investigativo. È stato importante il contributo di una collaboratrice di giustizia per questa indagine, nella quale comunque – ha sostenuto il procuratore di Catanzaro – si riscontra la bontà delle tecnica investigativa, dalle intercettazioni telefoniche e ambientali, dalla capacità di inanellare i filmati ottenuti dalle telecamere sparse su tutto il territorio”.

“Penso poi che il risultato di questa indagine possa scoraggiare altri eventi del genere e possa scoraggiare la criminalità organizzata a organizzare assalti di questo tipo, perché c’è un valore aggiunto in Procura a Catanzaro: la grande determinazione, la grande carica e il grande entusiasmo delle forze dell’ordine. Questo è un valore aggiunto che consente si raggiungere risultati. Faccio un esempio eloquente: nel momento in cui la polizia giudiziaria chiede un telefono, in dieci minuti il telefono viene allacciato, mentre in altri posti – ha concluso Gratteri – si aspettano mesi”.