Assenteismo, indagati sei furbetti del cartellino del comune di Casoleto

I dipendenti, secondo l'accusa, invece di stare a lavorare se ne andavano altrove per curare interessi privati. Avevano anche escogitato un sistema per alterare i cartellini di presenza

Carlomagno

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dipendenti assenteisti Cosoleto
Un frame video dei Carabinieri sull’inchiesta contro l’assenteismo al comune di Casoleto

Sei dipendenti del comune di Casoleto, piccolo centro dell’entroterra reggino, sono stati raggiunti da altrettante misure cautelari dell’obbligo di firma perché ritenuti responsabili a vario titolo dei reati di false attestazioni o certificazioni, truffa aggravata ai danni dello Stato, errore determinato dall’altrui inganno e falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici. Invece di stare a lavorare in comune, gli impiegati si recavano in piazza a chiacchierare, oppure a curare interessi privati in orario di lavoro.

Il provvedimento, eseguito dai Carabinieri, è stato emesso dal gip presso il Tribunale di Palmi a seguito di specifica richiesta avanzata dal Pm della locale Procura, Dottor Enrico Barbieri.

Gli indagati per assenteismo sono Ferdinando Ascrizzi, Francesco Carmelitano, Domenicantonio Schiava, Carmine Stillisano, Giuseppe Stillisano e Salvatore Domenico Vita. I sei sono tutti dipendenti del Comune di Cosoleto, nei confronti dei quali il Tribunale di Palmi ha ravvisato l’esigenza cautelare di sottoporli all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

Le indagini, avviate dai militari della stazione di Cosoleto nel 2015, sono state svolte mediante servizi di osservazione, acquisizione documentale e l’istallazione di telecamere in prossimità dell’orologio marcatempo e dell’ingresso al Palazzo Comunale, al fine di monitorare le vidimature dei badge e le entrate ed uscite dei dipendenti comunali.

Municipio CasoletoDalle immagini raccolte, spiega gli inquirenti, è emerso che molti dipendenti comunali non rispettavano l’orario di lavoro, allontanandosi per motivi non pertinenti all’attività di servizio, oppure timbravano il cartellino marcatempo per sé e per altri, per poi allontanarsi dall’ufficio per interessi privati.

Secondo l’accusa, il fenomeno dell’assenteismo a Casoleto era tanto dilagante che alcuni soggetti timbravano il cartellino anche per chi era legittimamente assente, ad esempio per ferie, tanto era radicata questa usanza fraudolenta. Altri soggetti sono stati notati al di fuori delle loro abitazioni in giornate in cui la loro assenza dal posto di lavoro era sì giustificata, ma con certificati medici che attestavano patologie fisiche.

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La condotta degli indagati risulta tanto sfacciata e sintomo di un diffuso senso di impunità tanto che gli stessi non usavano alcuna cautela per coprire le proprie assenze. Il loro atteggiamento è mutato solo dopo essersi resi conto di essere oggetto di attenzione da parte dei Carabinieri, ma dopo un iniziale freno alle proprie condotte illecite hanno ripreso le vecchie abitudini.

Dalle indagini condotte dai Carabinieri di Cosoleto è emerso che non solo i dipendenti erano soliti assentarsi durante l’orario di lavoro, ma avevano anche escogitato un sistema per alterare i cartellini di presenza, manomettendo l’apparecchiatura per la timbratura degli stessi.