Crac casa di cura, 6 arresti e sequestro beni per 12 milioni

Carlomagno

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Guardia di finanza

E’ di 6 arresti (tre in carcere, 3 ai domiciliari) e un obbligo di dimora il bilancio di un’operazione della Guardia di finanza di Reggio Calabria che ha eseguito un provvedimento emesso dal gip del tribunale reggino su richiesta della locale Procura della Repubblica diretta dal procuratore Giovanni Bombardieri.

Gli indagati sono accusati a vario titolo del dissesto della casa di cura “Villa Aurora”. Ai destinatari delle misure sono stati contestati, in particolare, l’associazione per delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta, l’autoriciclaggio e l’omesso versamento di ritenute. Disposto inoltre il sequestro di beni per un valore complessivo pari a circa 12 milioni di euro.

Il provvedimento rappresenta l’epilogo di articolate indagini condotte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Reggio Calabria, con il coordinamento del procuratore aggiunto Gerardo Dominijanni e la direzione del sostituto procuratore Massimo Baraldo, in relazione alle vicende che hanno riguardato la casa di cura “Villa Aurora”.

Le indagini effettuate avrebbero messo in luce la sussistenza di gravi indizi in ordine ai reati di “False comunicazioni sociali”, “Truffa” aggravata e “Appropriazione indebita” aggravata in capo ai diversi soci ed amministratori che, nel corso del tempo, si sono succeduti nella gestione/amministrazione della citata casa di cura e condotto a ritenere che, alla base dell’acquisizione del pacchetto azionario della società, vi fosse l’esclusiva finalità di depauperare il patrimonio della stessa.

Le investigazioni poste in essere dai militari reggini, sono state dirette ad approfondire la natura e le presunte responsabilità connesse ai vari episodi di distrazione perpetrati. Attraverso l’esecuzione di indagini tecniche e l’analisi di copiosa documentazione contabile e bancaria, è stato possibile far emergere l’esistenza di una presunta associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati di bancarotta fraudolenta ed autoriciclaggio. Gli investigatori avrebbero dimostrato che le somme indebitamente prelevate e distratte dalle casse di “Villa Aurora”, sfruttando il meccanismo dei finanziamenti infragruppo (la clinica – specificano i finanzieri – era stata acquisita dalla “Gruppo Sant’Alessandro S.p.A.”, avente la funzione di “capogruppo” in relazione a svariati ulteriori soggetti giuridici), sarebbero state, in parte, impiegate in altre attività economiche riconducibili ai medesimi indagati (ponendo, quindi, in essere condotte di autoriciclaggio). Attesa la totale estraneità delle finalità accertate agli interessi della predetta clinica, veniva, così, cagionato un depauperamento tanto grave del relativo patrimonio da causarne il dissesto e, di conseguenza, l’ammissione della società “Villa Aurora S.r.l.”, con decreto del Tribunale datato 10 aprile 2018, alla procedura di concordato preventivo.

Secondo le indagini, le somme distratte sarebbero state impiegate in modo del tutto anomalo, ossia per l’acquisto di testate giornalistiche da parte della capogruppo, la costituzione di pegni per aperture di linee di credito in favore di persone fisiche, l’acquisto di quote di ulteriori società, l’affidamento di incarichi professionali privi di giustificazioni, per rimpinguare le casse di altre società nella disponibilità di alcuni indagati e anche per pagare il prezzo di vendita delle quote della stessa “Villa Aurora” agli ex soci.

In parallelo, dalle investigazioni di natura fiscale sarebbe stato rilevato, a carico degli amministratori pro tempore, l’omesso versamento delle somme dovute a titolo di sostituto di imposta per gli anni dal 2012 al 2015; detta omissione è stata quantificata in via definitiva in oltre 2,1 milioni di euro.

Sottoposte a sequestro preventivo la quota del 95% del capitale sociale della società “Villa Aurora S.r.l.” comprensivo dell’immobile sede della casa di cura, nonché di attrezzature presenti all’interno del predetto immobile, di conti correnti e veicoli intestati alla società.

Sequestrate somme di denaro, conti correnti bancari, libretti di risparmio, titoli, azioni, fondi e strumenti d’investimento, beni mobili registrati, beni immobili e ogni altra utilità nella disponibilità degli indagati – finalizzato alla confisca, anche per equivalente, in relazione ai reati di autoriciclaggio, per un importo di oltre un milione di euro; nonché di denaro, conti correnti bancari, libretti di risparmio, titoli, azioni, fondi e strumenti d’investimento, beni mobili registrati, beni immobili e ogni altra utilità nella disponibilità degli indagati – finalizzato alla confisca, anche per equivalente, in relazione ai reati di omesso versamento di ritenute, per un importo di oltre 2 milioni e cento mila euro. Per un totale pari a circa 12 milioni di euro.