Tragedia Raganello, è polemica su accessi e sicurezza al “canyon”

Siclari (FI) chiede al Ministro Costa "quale torrente in Italia è dotato di vigilanza ad accessi. E' giustizialista". Presidente Parco Pollino: "Non competenti su sicurezza"

Carlomagno

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Torrente Gole del RaganelloE’ polemica sul sistema degli accessi alle Gole del Raganello, l’area ambientale tra canyon e forre, cui si deve, negli ultimi anni, lo sviluppo di un piccolo sistema turistico in almeno quattro comuni della zona del Pollino (Civita, San Lorenzo Bellizzi, Cerchiara e Francavilla). E questo anche a fronte di gravi rischi come ha dimostrato la drammatica vicenda dell’onda di piena che ha provocato la morte di dieci escursionisti.

Dai primi momenti successivi alla tragedia che si è consumata all’altezza del Ponte del Diavolo non sono mancate le prese di posizione circa la pericolosità di un modello di escursionismo “senza regole”. Alla bellezza degli scorci che la natura di questi posti regala ai visitatori fa da contraltare, infatti, il corso d’acqua che si insinua tra i monti e che può presentarsi, in caso di improvvise precipitazioni e piene non controllabili, con il suo volto più feroce.

Alle critiche avanzate da più parti in queste ore risponde il sindaco di Civita Alessandro Tocci. “Stavamo lavorando – dice – assieme agli altri comuni interessati, San Lorenzo Bellizzi, Cerchiara e Francavilla e con il supporto del Parco nazionale del Pollino, per una regolamentazione degli accessi alle gole del Raganello. Domani, dopo avere pensato alle vittime di questa immane tragedia, dovremo metterci intorno ad un tavolo per stabilire il da farsi”.

Meno accondiscendente è Emanuele Pisarra, guida ufficiale del Parco, secondo cui “è mancato qualsiasi regolamentazione e qualcuno dovrà rispondere per quanto é accaduto. Non voglio nemmeno immaginare cosa sarebbe potuto accadere se una situazione del genere si fosse verificata solo pochi giorni addietro, a Ferragosto, quando c’erano in quei luoghi almeno 650 persone o in un altro qualsiasi sabato estivo”.

Si tratta di escursioni consigliate solo agli esperti: il lungo canale del corso d’acqua, che si incunea nei monti del massiccio del Pollino, si inerpica a volte in maniera repentina, regalando bellissimi scorci con cascate e rapide, ma diventando anche estremamente pericoloso in caso di piene improvvise. Piene causate, magari, da improvvisi scrosci d’acqua a monte.

Secondo il presidente del Parco nazionale del Pollino, Domenico Pappaterra, “la tragica vicenda delle Gole del Raganello obbliga le istituzioni preposte a farsi carico di un’appropriata regolamentazione delle attività nella valle del Raganello. Il Parco del Pollino – ha detto Pappaterra – ha una competenza residuale che é quella di tutelare l’ecosistema di quell’area e non ha quindi certamente competenza in materia di accessibilità o di garantire la sicurezza ai fruitori”.

Intanto sulla polemica è intervenuto, fra i tantissimi altri, il senatore di Forza Italia eletto in Calabria, Marco Siclari: “Vorrei chiedere al Ministro Costa – afferma il parlamentare a proposito della visita del ministro a Civita – quale torrente o fiume in Italia ad oggi è dotato di vigilanza all’accesso. La risposta è semplice: nessuno”, afferma il senatore Marco Siclari, secondo cui il titolare dell’Ambiente “invece di venire in Calabria per sostenere le vittime e le loro famiglie, ha avanzato richieste assurde”.

“Che pretesa è quella di capire di chi è la responsabilità della mancata vigilanza all’acceso al torrente? Quest’istinto giustizialista su tutto, non aiuta nessuno”, sottolinea. Il ministro, secondo Siclari dovrebbe contare “fino a 10 prima di lasciare dichiarazioni di questo tipo. È necessario, invece, che Costa inizi a capire quali sono le esigenze del territorio calabrese e, almeno in questo momento, stare vicino alle famiglie delle vittime innocenti”.

Presidente Parco del Pollino: “Non siamo competenti sulla sicurezza”

Sulla tragedia è intervenuto il presidente del Parco nazionale del Pollino, Domenico Pappaterra che, interpellato dall’Ansa, spiega che l’ente che presiede non avrebbe competenze sulla sicurezza dei luoghi visitati dai turisti nel Parco.

“La tragica vicenda delle Gole del Raganello – ha detto il presidente – obbliga le istituzioni preposte a farsi carico di un’appropriata regolamentazione delle attività nella valle del Raganello. Il Parco del Pollino ha una competenza residuale che è quella di tutelare l’ecosistema di quell’area e non ha quindi certamente competenza in materia di accessibilità o di garantire la sicurezza ai fruitori”.

“Ciononostante abbiamo lavorato – aggiunge Pappaterra – ad una proposta di regolamento che è stata trasmessa ai Comuni interessati ed all’Ufficio provinciale sulla biodiversità perché per una parte le Gole del Raganello sono rimaste riserva dello Stato anche dopo l’istituzione del Parco nazionale del Pollino”.

“Voglio ricordare, a chi non conosce il luogo – afferma ancora il presidente del Parco del Pollino – che le Gole del Raganello si estendono su un’area di quasi 13 chilometri, con un dislivello nella punta più alta di quasi un chilometro. Per cui è evidente che eventuali inibizioni andranno valutate in tutto l’arco di questo vasto comprensorio”.