Carlo Tansi: “Ho ripulito la Protezione civile Calabria dal malaffare”

A un mese dalla scadenza del suo mandato, il capo della Protciv traccia un bilancio: "Mi hanno minacciato ma lascio ente pulito". Operai guadagnavano 6.000 euro al mese

Carlomagno

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Carlo Tansi
Carlo Tansi

“Durante questi tre anni ho ripulito la Protezione civile regionale dal malaffare, denunciando sempre illeciti e soprusi alla autorità giudiziaria e contribuendo nelle indagini che hanno portato anche ad arresti”. E quanto ha detto il capo della Protezione civile della Calabria, Carlo Tansi, ricordando i tre anni trascorsi dalla nomina al vertice della Protciv regionale il cui mandato scade il prossimo 18 novembre.

Un periodo segnato da “minacce di morte e attentati”, dice Tansi sottolineando il suo impegno per “costruire una protezione civile adeguata alla regione italiana, la Calabria, nettamente più esposta alle calamità naturali dove, a causa della mancata prevenzione, l’emergenza è diventata normalità”.

“Grazie al prezioso supporto dei miei collaboratori, – spiega ancora il capo della Protezione civile regionale – abbiamo fatto risparmiare alla pubblica amministrazione oltre 1 milione e mezzo di euro all’anno, tra trasferimenti da locali privati a locali regionali, turnazioni e reperibilità di personale che, anche con mansioni di operaio, guadagnava fino a 6.000 euro netti al mese”.

“Ce l’ho messa davvero tutta – prosegue -, tra mille difficoltà, con il cuore e con l’anima, per cambiare questo sistema. Avrei voluto fare di più. Però quello che ho fatto mi gratifica enormemente perché durante questi tre anni ho sentito l’affetto e la stima della gente comune”.

Scaduto il mandato, fa sapere Tansi, “il 19 novembre tornerò a fare quello che ho sempre fatto e quello che so fare: il ricercatore presso l’Istituto di ricerca per la protezione idrogeologica del Consiglio nazionale delle Ricerche”.