Omicidio Rosso, “odio” verso la famiglia. Chiuso il cerchio sui mandanti

Carlomagno

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Omicidio Rosso, odio verso la famiglia macellaioSarebbe stato l’odio maturato tra le due famiglie, per antichi dissidi anche di origine economica, ad alimentare la sete di vendetta di Evangelista Russo, il 70enne arrestato stamani dai carabinieri di Sellia Marina perché ritenuto il mandante dell’omicidio di Francesco Rosso, il macellaio allora 38enne trucidato nel suo esercizio di carni alla marina di Simeri Crichi il 14 aprile 2015, il cui caso è stato “chiuso” dalla procura di Catanzaro che ha fatto arrestare anche Francesco Mauro, 48enne, dipendente del primo, il quale avrebbe commissionato il delitto a Danilo Monti, l’esecutore materiale arrestato a settembre insieme ad altre tre persone. Leggi

Le dichiarazioni del killer arrestato a settembre
E sarebbe stato proprio Monti, con proprie dichiarazioni dopo l’arresto, a indirizzare investigatori e inquirenti sulla pista dei presunti mandanti; affermazioni che hanno permesso di fare luce anche sul movente, rimasto per molto tempo misterioso.

L’origini in una lite di 19 anni fa
Dopo una accesa lite avvenuta nel 1999 con il padre defunto del macellaio Francesco Rosso, secondo l’accusa, Russo avrebbe ordito a più riprese una ferma vendetta nei confronti del suo rivale, giungendo a desiderare di privarlo dell’affetto del figlio.

Trentamila euro per la sete di vendetta
È qui che si innesta il ruolo di Mauro, dipendente e “factotum” di Russo nella sua ditta di tornitura, che, a totale disposizione del proprio datore di lavoro, avrebbe assecondato la sua volontà, commissionando l’esecuzione dell’omicidio a Danilo Monti ed ai suoi complici, per un cifra pattuita di 30.000 euro, fornendogli inoltre l’arma per l’esecuzione dell’efferato delitto.