Tentano estorsione mafiosa a imprenditori, arrestati

Carlomagno

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blitz carabinieri ndrangheta
I Carabinieri della Compagnia di Serra San Bruno hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, richiesta al gip dalla DDA di Catanzaro, a carico di due persone ritenute responsabili di tentata estorsione continuata aggravata dal metodo mafioso in danno di due imprenditori edili vibonesi che stavano eseguendo, nel febbraio 2018, un lavoro per ripristino delle condutture fognarie nel capoluogo.

Nell’operazione, in codice “a ’Mbasciata”, sono finiti in manette
Emilio Pisano, 50enne originario di Gerocarne, e Vincenzo Puntoriero, 64 anni originario di Rosarno, ma domiciliato a Vibo Valentia.

Le indagini hanno avuto inizio nel mese di febbraio 2018 quando due imprenditori edili, originari di Arena (Vibo), hanno denunciato un tentativo di estorsione posto in essere in più occasioni tra Vibo Valentia e Arena.

Nella circostanza, i due imprenditori, fratelli tra di loro, hanno denunciato che mentre stavano eseguendo un lavoro per il ripristino delle condutture fognarie nel capoluogo di Provincia, ottenuto mediante affidamento diretto, sono stati avvicinati in almeno 3 circostanze dagli odierni destinatari del provvedimento che si identificano in:

Secondo l’accusa, i due arrestati di fatto, con modalità tipiche dell’ambiente mafioso, avrebbero avvicinato in più occasioni i due fratelli al fine di ottenere il pagamento di euro 2000, pari a circa il 5 % dell’importo complessivo dell’appalto. Le minacce, di fatto, si sarebbero estrinsecate sia in maniera implicita che in maniera esplicita al fine di poter continuare ad eseguire l’appalto ottenuto senza “fastidi” trattandosi di “forestieri” che, proprio per aver sconfinato dal proprio Comune, devono elargire una percentuale sul valore del lavoro alla cosca egemone di Vibo Valentia.

Di fatto, gli espliciti riferimenti agli “amici di Vibo”, hanno consentito agli inquirenti di collegare i vari episodi estorsivi, dopo aver prima identificato gli autori materiali del reato.

Il nome dell’operazione trae origine proprio dal fatto che i due soggetti arrestati, di fatto, agli occhi dei denuncianti, apparivano “solo” come mediatori, cioè, utilizzando il tipico termine in dialetto calabrese, portatori proprio di una ‘mbasciata.

L’ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata emessa dal GIP di Catanzaro su richiesta della DDA di Catanzaro diretta dal procuratore capo Nicola Gratteri. I due sono stati ristretti presso la casa circondariale di Vibo Valentia a disposizione dell’autorità giudiziaria.