Botte ai bimbi di una materna a Lamezia, arrestate maestra e bidella

Secondo quanto accertato dal Commissariato di Lamezia Terme la maestra incuteva terrore con urla spropositate, punizioni, percosse e frasi offensive

Carlomagno

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maltrattamenti materna lamezia terme
Un frame video diffuso dalla Polizia di Stato

Un’insegnante, C.R. di 59 anni, e una collaboratrice scolastica di 63 anni, P.M., entrambe di Lamezia Terme, sono state arrestate e poste ai domiciliari perché ritenute responsabili di maltrattamenti aggravati nei confronti degli alunni di una scuola dell’infanzia in un quartiere lametino.

Ad eseguire la misura cautelare, gli agenti del Commissariato di Lamezia che hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Giudice per le indagini preliminari del tribunale lametino, Emma Sonni su richiesta della locale Procura.

Le indagini, coordinate dal Procuratore della Repubblica Salvatore Curcio e dal Sostituto Emanuela Costa, hanno avuto inizio a seguito delle denunce presentate separatamente da due madri che avevano esternato ai poliziotti lametini il sospetto che i loro figli, frequentanti la scuola dell’infanzia, fossero vittime di maltrattamenti ad opera di un’insegnante.

Gli accertamenti effettuati dall’Ufficio Anticrimine del Commissariato, anche attraverso attività tecnica che si è protratta per quasi due mesi, oltre a riscontrare ampiamente quanto denunciato dalle due madri, consentivano di acquisire ulteriori e significativi elementi circa i maltrattamenti perpetrati ai danni dei bambini non solo ad opera della docente C. R., ma anche da parte della collaboratrice scolastica P. M.

Le captazioni ambientali infatti hanno consentito di disvelare quello che era l’abituale modus operandi da parte delle due donne nei confronti dei piccoli allievi dell’asilo. Dalla visione e dall’ascolto dei filmati è emerso il clima di vero e proprio terrore che la maestra imponeva nell’aula, con urla spropositate ed immotivate, punizioni esemplari, percosse e frasi offensive.

I poliziotti dell’Ufficio Anticrimine hanno ripreso in diverse immagini i piccoli alunni mentre, per lunghi periodi di tempo, spesso superiori ai 30 minuti ed anche più volte nell’arco della stessa mattinata, venivano costretti a rimanere immobili, seduti su di una panca, nel mentre la maestra gli urlava contro, o sbatteva con forza una bacchetta di legno sulla cattedra, in modo che, spaventati, non osassero muoversi.

Le indagini hanno documentato la maestra mentre strattonava da un braccio una bimba e mentre un altro bimbo veniva, per punizione, costretto a stare in piedi ed esposto al sole dinanzi alla finestra.

Il complesso delle indagini ha fatto emergere il ricorso sistematico alla violenza, sia psicologica che fisica, da parte della maestra e della collaboratrice scolastica, in danno degli allievi loro affidati, bambini di età compresa fra i 3 e i 5 anni, assunto quale usuale metodo educativo: costrizioni ad assumere cibo, strattonamenti, percosse, minacce, anche con il ricorso ad una bacchetta di legno sbattuta energicamente sulla cattedra, gravi ed immotivate punizioni inflitte agli allievi, costretti a stare seduti o isolati dagli altri compagni.

Le prove raccolte, a seguito della lunga e complessa attività di indagine svolta dal Commissariato di Lamezia Terme, hanno indotto la Procura della Repubblica a chiedere l’emissione di idonea misura cautelare che, disposta dal Gip, è stata eseguita nel tardo pomeriggio di ieri.