Riace, Lucano e gli altri indagati rinviati a giudizio

Il processo è stato fissato per l'11 giugno prossimo a Locri. L'accusa contesta i reati di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e abuso d'ufficio.

Carlomagno

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Il sindaco di Riace Domenico Lucano
Il sindaco sospeso di Riace Domenico Lucano

Il sindaco sospeso di Riace, Domenico Lucano è stato rinviato a giudizio assieme agli altri 26 indagati nell’ambito dell’inchiesta denominata “Xenia” sulla gestione dei migranti a Riace. La decisione è stata letta dal Gup del Tribunale di Locri Amelia Monteleone dopo sette ore di camera di consiglio. Il processo è stato fissato per l’11 giugno prossimo a Locri.

A Lucano, ancora sottoposto al provvedimento di divieto di dimora a Riace (vive in un paese vicino, ndr), e alle altre 26 persone rinviate a giudizio, l’accusa contesta, a vario titolo, i reati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e abuso d’ufficio.

Nessuno degli indagati era presente in aula alla lettura del dispositivo da parte del Gup, così come era accaduto anche nelle cinque giornate di udienza. L’avvocato Andrea Daqua difensore di Lucano e della compagna straniera Tesfahun Lemlem, insieme al collega Antonio Mazzone, prima che il gup Monteleone si ritirasse in camera di consiglio aveva chiesto per entrambi il non luogo a procedere.

Lucano, al terzo mandato come primo cittadino di Riace, comune della Locride diventato modello per l’accoglienza dei migranti, proprio nell’ambito dell’operazione Xenia della Procura di Locri, lo scorso 2 ottobre, era dapprima finito agli arresti domiciliari, misura poi trasformata nel divieto di dimora a Riace, confermata sia dal riesame che dalla Cassazione che aveva rinviato gli atti al tribunale di Locri.