Omicidio Falvo a Miglierina, ha confessato Giuseppe Arabia. Giallo sul movente

Carlomagno

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Ha confessato Giuseppe Arabia, il trentenne fermato stanotte con l’accusa di aver ucciso a coltellate, a Miglierina, nel Catanzarese, il 50enne Cesare Falvo, raggiunto all’addome da un fendente sferrato con un coltello da sub.

Cesare Falvo è morto poco dopo il trasporto in ospedale. Era in condizioni disperate e a nulla sono valsi i tentativi dei medici di salvargli la vita.

L’omicidio è avvenuto intorno alle 21 di venerdì nei pressi dell’abitazione della vittima, al culmine di una violenta discussione le cui origini sono al vaglio dei carabinieri di Catanzaro e di Marcellinara.

Secondo quanto ricostruito, il presunto autore, individuato appunto in Arabia, 30enne già noto alle forze dell’ordine, si è presentato davanti l’abitazione di Falvo, a quell’ora in casa con la compagna, per discutere di qualcosa. Un diverbio molto acceso culminato poi con l’accoltellamento.

Secondo testimonianze rese agli investigatori, Arabia dopo l’aggressione mortale è fuggito in auto. Il trentenne, che vive a Miglierina con la compagna si era reso subito irreperibile: sarebbe stata la convivente a farlo desistere e a farsi trovare. I militari lo hanno infatti rintracciato poco dopo vicino casa.

Dopo un primo momento di reticenza, messo alle strette dai militari, ha riferito di essere stato lui a pugnalare Cesare Falvo, e su sue indicazioni è stata trovata anche l’arma del delitto, un grosso pugnale da sub, con lama di circa 20 centimetri, di cui l’uomo si era disfatto.

Sulla base delle dichiarazioni fornite, Arabia è stato sottoposto d’iniziativa a fermo di indiziato di delitto e condotto presso il carcere di Catanzaro a disposizione del pm di Catanzaro, Andrea Giuseppe Buzzelli che ha assunto la direzione delle indagini, sotto il coordinamento del procuratore della Repubblica Nicola Gratteri e dell’aggiunto Vincenzo Capomolla.

Resta da accertare il movente del delitto. Si parla di questioni personali, forse di natura passionale ma è ancora incerta la natura del litigio degenerato nell’omicidio. Entrambi erano già noti alle forze dell’ordine.

Intanto l’autovettura usata per la fuga e il coltello sono stati posti sotto sequestro per gli accertamenti tecnici del caso. In particolare il coltello sarà inviato al Ris per l’estrapolazione del Dna della vittima.