Alla Regione Calabria e ai Carabinieri i beni confiscati al boss Musolino

Carlomagno

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Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati

Oltre seicento ettari di bosco, due fabbricati e un box sono i beni confiscati dallo Stato al “re della Montagna”, il defunto boss della ndrangheta Rocco Musolino, originario di Santo Stefano in Aspromonte, e assegnati dall’Agenzia nazionale dei Beni confiscati alla Regione per fini sociali ed all’Arma dei carabinieri.

“Si tratta di un’operazione molto importante – ha detto in conferenza stampa il direttore nazionale dell’Agenzia, prefetto Bruno Frattasi – che si aggiunge ai 437 beni già assegnati dallo Stato ai calabresi nel 2018, che segnano una forte iniziativa contro la ndrangheta e l’arricchimento illecito”.

I boschi, con l’accordo del Demanio, sono stati trasferiti alla Regione Calabria, che era rappresentata in conferenza stampa dall’assessore Angela Robbe, che ha sottolineato “la necessità di una filiera istituzionale efficace per dare quotidianità a queste grandi scelte senza cui sarà impossibile assicurare continuità a questa regione”.

Il comandante provinciale dei carabinieri, colonnello Giuseppe Battaglia, ha evidenziato il “forte carattere simbolico della confisca di due fabbricati a Rocco Musolino nella sua Santo Stefano in Aspromonte trasferiti all’Arma dei carabinieri per esigenze di accasermamento.

Una buona notizia – ha detto Battaglia – che fa seguito alla decisione dello Stato di assegnare alla parrocchia di Platì la casa confiscata al responsabile dell’omicidio del brigadiere Marino”.

“È una giornata importante – ha detto il prefetto Michele di Bari concludendo l’incontro con i giornalisti – iniziata con l’importante presenza stamani del ministro dell’Interno Salvini a Platì e che si concluderà più tardi con la sottoscrizione in Prefettura di un protocollo d’intesa che ha come obiettivo il superamento della tendopoli di San Ferdinando. Iniziative che si inseriscono a pieno titolo nella lotta alla ndrangheta e nell’affermazione della legalità”.