Prostituzione in case a luci rosse, sette arresti in Calabria

Blitz nella Locride e a Vicenza. Donne minacciate e costrette a prostituirsi. Documentate lunghe file di clienti per una "scappatella"

Carlomagno

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I carabinieri della compagnia di Locri hanno eseguito un’operazione, denominata “Sex home”, che ha portato all’arresto di sette persone, tra cui tre donne, due marocchine e una dominicana, con l’accusa di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione.

Gli arresti sono stati fatti in esecuzione di ordinanze di custodia cautelare emesse dal Gip di Locri su richiesta della Procura della Repubblica.

Dall’indagine è emerso che alcune ragazze sarebbero state costrette a prostituirsi con minacce di morte e violenze che avrebbero potuto estendersi, in caso di rifiuto, alle loro famiglie d’origine.

Il giro di prostituzione avrebbe fruttato un migliaio di clienti ed ogni incontro, che avvenivano in appartamenti a luci rosse, veniva pagato dai 50 ai 200 euro.

Gli investigatori nel corso delle indagini hanno notato file molto lunghe di clienti “desiderosi” di una scappatella con le prostitute.

In manette sono finiti Salvatore Buttiglieri, di 35 anni, di Grotteria; Najia Karfi detta “Angela”, 45enne marocchina residente a Siderno; Antonio Leone, 52enne di Cosenza; Saloua Nadir, trentunenne marocchina residente a Siderno e domiciliata a Vicenza; Giovanni Alessi, 44enne reggino residente a Siderno; Giuseppe Reale, 71 anni di Siderno e Felicia Veras Reyes, dominicana classe ‘78, residente a Caulonia.

I primi tre sono stati sottoposti alla misura della custodia cautelare in carcere, gli altri quattro agli arresti domiciliari.

Tutti sono accusati – a vario titolo – di concorso di persone nel reato di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione mediante la gestione di varie“case di incontri”.

Altre tre indagate destinatarie di misura cautelare in carcere sono attualmente irreperibili e attivamente ricercate dagli uomini dell’Arma in Italia e all’estero.

Alcune ragazze erano costrette a prostituirsi per le minacce di morte e le violenze subite da sfruttatori senza scrupoli ed anche per evitare che si concretizzassero analoghe intimidazioni nei confronti della famiglie di origine.

L’esito delle indagini, spiegano gli investigatori,  ha delineato il ruolo di Saluoa Nadir che, con la complicità di una delle ricercate riusciva a gestire tutta l’attività illecita che ruotava intorno ad un appartamento da lei affittato a Siderno, di proprietà di Giovanni Alessi.

Emergeva altresì che la stessa gestiva analogamente un altro appartamento nel centro di Milano ove ospitava varie prostitute perché esercitasserol’attività di meretricio, organizzando gli incontri epattuendo con i clienti anche il prezzo della prestazione da consegnare.

Le altre due ricercate, con la complicità del cosentino Antonio Leone – quest’ultimo già coinvolto in altre analoghe inchieste -riuscivano a gestire appartamenti situati nei comuni di Siderno e di Rende, il cui proprietario Giuseppe Reale sarebbe stato a conoscenza dell’attività svolta, consentendone il “particolare” utilizzo.

Emerso anche il ruolo di Najia Karfi, in arte “Angela”, la quale oltre a prostituirsi all’interno della sua abitazione, organizzava incontri sessuali a pagamento per conto di altre prostitute, facendo da tramite tra queste ultime ed i clienti e mettendoa disposizione un appartamento in cambio di denaro;

Felicia Veras Reyes, quando si trovava fuori dal comprensorio di Siderno, organizzava incontri sessuali a pagamento in favore di altre ragazze sue conoscenti all’interno dell’abitazione dell’odierno indagato Salvatore Buttiglieri, il quale gestiva autonomamente il proprio appartamento, adoperandosi a ricercare, prelevare, accompagnare in loco le varie prostitute alle quali affittare l’abitazione per l’esercizio della prostituzione in cambio di un compenso giornaliero in denaro.

Nel corso del biennio di indagini sono stati accertatiquasi mille clienti, ciascuno pronto a pagare da un minimo di 50 euro fino a 200 euro per incontri a domicilio.  Il numero dei clienti era talmente alto che in alcune circostanze le richieste si accavallano determinando lunghe attese all’esterno degli appartamenti, tre dei quali, ubicati nelle vie centrali di Siderno, sono stati sequestrati.

All’esito delle operazioni, gli arrestati sono stati condotti presso le case circondariali di Reggio Calabria, Locri e Vicenza a disposizione dell’autorità giudiziaria.