Oliverio sull’accusa di peculato: “Vicenda allucinante”

Carlomagno

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Mario Oliverio
Mario Oliverio

“Ritengo allucinante questa vicenda perché si contesta al presidente della Regione un reato di peculato senza che ci sia l’oggetto, cioè la dazione di denaro”. Lo ha detto, rispondendo alle domande dei giornalisti a margine di una conferenza stampa, il presidente della Regione Calabria Mario Oliverio sull’indagine della Procura di Catanzaro che lo coinvolge con l’ipotesi di peculato per una trasferta in Umbria. Al governatore calabrese e a un’altra persona sono stati sequestrati oltre 95 mila euro.

“Non si contesta la dazione di denaro – ha aggiunto – ma il fatto che una iniziativa di promozione turistica in una vetrina importante come il “Festival dei Due Mondi” (di Spoleto, ndr) sia stata fatta più che per promuovere la Calabria stessa, per promuovere il presidente della Regione. Niente di più infondato. La Regione ha finanziato con centomila euro un programma di valorizzazione e promozione della Calabria in quella vetrina durata 15 giorni con diversi strumenti: cartellonistica, evidentissima, con un desk al quale si distribuiva materiale e dove proiettavano le immagini della regione che sono state diffuse su un network di media nel mondo”.

“C’è stata – spiega il governatore – anche una cena a base di prodotti enogastronomici calabresi con chef calabresi a cui sono stati invitati rappresentanti di varie realtà, dal cinema al giornalismo all’arte, che erano al festival. All’interno di questa promozione c’è stata anche un’intervista da parte di un giornalista importante che è Paolo Mieli al presidente della Regione e nell’intervista c’è stata promozione della Calabria perché il massimo rappresentante istituzionale di una regione non promuove se stesso, promuove la Calabria”.

“So solo – ha sostenuto Oliverio – che in questi mesi prossimi alle regionali, perché prima mai si è verificato nulla, senza lanciare sospetti, sono oggetto di iniziative giudiziarie, come quella del 17 dicembre che mi ha visto oggetto di obbligo di dimora nel Comune di residenza, demolita dalla Cassazione che ha parlato di “chiaro pregiudizio accusatorio” e “assenza totale di indizi di colpevolezza” nei miei confronti. Adesso c’è questa e rifletto sul perché avviene a ridosso delle regionali”.

“C’è una concentrazione sul presidente che fa riflettere. Ho amministrato 4 anni dalla data in cui sono avvenuti alcuni fatti che mi si contestano ma prima non è venuto nessuno a dirmi nulla. Sono una persona onesta e libera che non ha abusato nemmeno di un euro, che ha sempre preteso trasparenza e correttezza nell’azione amministrativa perché ha sempre inteso la funzione pubblica come servizio alla comunità e il bene comune lo ha sempre inteso come un bene da custodire gelosamente. I tempi della giustizia, però, sono quello che sono e avere caratterizzato questa fase a ridosso delle regionali significa condizionare quelle che sono le vicende politiche, perché i processi non si fanno subito e magari si fissa al punto giusto una udienza per condizionare le scadenza. Questo – ha concluso – deve far riflettere ai fini della sostanza democratica. Non c’è solo un problema democratico che io pongo anche nelle sedi competenti. Perché chi batte le mani lo fa o perché ha la coda di paglia o perché ha paura di qualcosa. Io non ho né code di paglia né ho paura di nulla e svolgo la mia funzione a mani nude”.