Liti per Callipo nel PD, Zingaretti commissaria sedi “ribelli” di Cosenza e Crotone

La decisione dopo le frizioni sulla candidatura dell'imprenditore del tonno, non gradito a Guglielmelli e Murgi, che esprimono invece sostegno al governatore Oliverio: "Commissariamento stalinista"

Carlomagno

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Il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, ha commissariato le federazioni di Cosenza e di Crotone del partito. Lo si apprende da fonti della segreteria nazionale del Pd. La decisione è stata presa con il parere favorevole unanime della Commissione nazionale di garanzia.

Alla base della decisione di Zingaretti ci sono i contrasti sulla scelta del candidato alla presidenza della Regione, con il sostegno della due federazioni al Governatore uscente, Mario Oliverio, e non a Pippo Callipo, indicato del partito.

La reazione: “Metodi stalinisti”
“Abbiamo appreso dalla stampa la notizia secondo cui sarebbero state commissariate le Federazioni provinciali del Pd di Crotone e di Cosenza. Un atto senza precedenti e di una gravità inaudita, espressione della peggiore tradizione stalinista”. Lo sostengono, in una nota, i segretari delle Federazioni di Cosenza e di Crotone del Pd, Luigi Guglielmelli e Gino Murgi.

“Il commissariamento – aggiungono – è illegittimo oltre che sul piano sostanziale anche sul piano formale. Gli organismi di direzione politica eletti dal congresso ed i segretari provinciali di entrambe le federazioni non hanno violato alcuna norma statutaria. Anzi, hanno reiteratamente chiesto, a più riprese, il rispetto delle regole statutarie da parte del commissario regionale a tutela delle garanzie e delle procedure trasparenti e partecipate per la designazione del candidato alla presidenza della Giunta regionale. Abbiamo semplicemente chiesto che fossero i calabresi a decidere, attraverso il più ampio confronto, il candidato Governatore”.

“È un provvedimento liberticida, – spiegano ancora i dem “ribelli” – oggettivamente teso a sopprimere il dissenso politico. Un provvedimento, questo sì, di grave lesione dell’immagine del Partito democratico. Commissariare gli organismi vitali eletti democraticamente con il voto di migliaia di iscritti in un partito regionale già commissariato è una mortificazione per migliaia di uomini e di donne che hanno scelto liberamente la adesione al partito. È come se si volesse liquidare e cancellare l’insediamento politico e organizzativo del Pd sui territori. Non era mai accaduto nel Pd un simile colpo di mano da parte dei vertici romani, che hanno fatto ricorso ad una prova muscolare espressione di profonda debolezza e di autoritarismo. Il contrario della democrazia, del pluralismo e della ricchezza delle opinioni, che è invece la vera forza di una forza democratica qual è e deve essere il Pd”. “Ovviamente, oltre ad impugnare tale provvedimento nelle sedi competenti, comprese quelle giudiziarie – concludono Guglielmelli e Murgi – saranno promosse molteplici iniziative attraverso la mobilitazione di iscritti e simpatizzanti, affinché vengano ristabiliti i diritti degli iscritti e delle iscritte del Partito Democratico”.