Callipo incontra i giovani a Vibo: “La nostra rivoluzione inizia dall’ascolto”

Il candidato del Centrosinistra alla presidenza della Regione Calabria ha affrontato il tema della questione generazionale. "Non consegniamo la Calabria ai vecchi marpioni che stanno in alcune delle liste dei nostri competitor".

Carlomagno

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Callipo incontra i giovani a Vibo: Nostra rivoluzione inizia dall’ascolto

«Il primo, rivoluzionario passo che deve fare chi aspira a guidare la Regione Calabria è ascoltare. Dovrebbe essere normale ma purtroppo non lo è». Così Pippo Callipo, candidato alla Presidenza della Regione, ieri sera a Vibo Valentia, dove ha incontrato nella sede del Sistema bibliotecario una nutrita platea di giovani per affrontare il tema della “questione generazionale”.

Callipo ha comentato i recenti dati di Unioncamere, secondo cui il 22% degli imprenditori under 35 calabresi negli ultimi sette anni ha scelto di realizzare la propria impresa fuori dalla Calabria, per poi sottoporsi alle numerose e incalzanti domande dei giovani intervenuti all’iniziativa, impegnati nel mondo dell’associazionismo, dell’università e del sociale. Tutti concordi nel “fotografare” la lontananza comunicativa delle classi dirigenti dalle nuove generazioni, i ragazzi presenti hanno comunque apprezzato l’approccio «pratico» ai problemi e il «linguaggio chiaro» dell’aspirante governatore. Il quale ha subito raccolto la sfida di «riempire il solco che si è creato tra i cittadini e la politica».

«In Calabria – ha aggiunto Callipo – ci sono tanti giovani bravi e appassionati che fanno della cultura, del turismo, dell’agricoltura la loro ragione di restare o di tornare in Calabria. La Regione non deve fare altro che ascoltarli e metterli in condizione di operare insieme, di aiutarsi reciprocamente, e creare gli spazi in cui possano costruire le loro proposte. In questi laboratori di idee, che dobbiamo tenere liberi dagli interessi della peggiore politica, può nascere il futuro della Calabria. Questa è la nostra rivoluzione. E il 26 gennaio si decide il nostro destino: non consegniamo la Calabria ai vecchi marpioni che stanno in alcune delle liste dei nostri competitor».