Naufragio migranti in Calabria, dalla corrotta UE le solite lacrime di coccodrillo

Carlomagno

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Tante chiacchiere, fatti zero. Sono anni che la corrotta Unione europea, con a capo prima Jean Claude Junker (detto pure Johnnie Walker perché sempre ubriaco), e oggi con Ursula von der Leyen, l’Ue promette sostegno all’Italia per affrontare il fenomeno migratorio. Una finzione.

Vertici e contro vertici di facciata, che sono stati disattesi, come quello di Malta, dove i cosiddetti “leader” europei, si erano impegnati alla redistribuzione tra i paesi membri, o comunque a bloccare o allentare il traffico di esseri umani via mare e via terra. Niente di tutto questo. Mentivano sapendo di mentire.

Oggi, dopo il tragico naufragio in Calabria, dove hanno perso la vita decine e decine di immigrati, la presidente della Commissione europea, afferma con la coda di paglia, che è “profondamente addolorata per la tragedia” in Calabria, ha detto senza vergogna. Uno sguardo allo specchio no, signora Ursula?

Una dichiarazione di circostanza che non giustifica la sua politica ultra fallimentare sul fronte dell’immigrazione e su altri fronti come la guerra in Ucraina. La “sua” politica come quella dei suoi predecessori.

L’Europa, o meglio l’Ue, è totalmente e volutamente assente, e negli anni ha fatto di tutto per affossare accordi per far fronte al fenomeno, lasciando i paesi più esposti come il sud Italia ad affrontare una sfida più grande delle sue possibilità.

Anche dopo la strage di anni fa a Lampedusa, quando a palazzo Chigi c’era Matteo Renzi, si sono registrate lacrime di coccodrillo della Commissione europea che si dichiarava pronta ad affrontare il problema. Annunci, dichiarazioni e summit che sono finiti in un nulla di fatto se non creare istituzioni ad hoc per monitorare il Mediterraneo. Poca roba rispetto a un fenomeno gigantesco. L’Unione europea per questo si è dimostrata un carrozzone inutile e corrotto fino al midollo da istituzioni finanziarie e da lobby che sull’immigrazione lucrano miliardi di euro.

Il Qatargate è una parentesi di collusione minimale rispetto alla maxi corruzione che circola nelle stanze europee a Bruxelles. Pseudo governanti indicati dalle èlite e dai potentati internazionali le cui “nomine” sono poi ratificate dal parlamento europeo a Strasburgo, altra istituzione collusa come quella della capitale belga.