Terrorismo, scafista siriano fermato per sospetti legami con Daesh

Carlomagno

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miliziani IsisCATANZARO – La Guardia di finanza ha notificato un provvedimento di fermo emesso dalla Dda di Catanzaro ad un cittadino siriano accusato di terrorismo. L’uomo, Abo Robeih Tarif, era già in carcere perché arrestato nel 2014 in occasione di uno sbarco di migranti del quale è accusato di essere stato lo scafista.

Nei confronti del siriano di cui è stato disposto il fermo, nel corso delle indagini condotte dal Nucleo di polizia tributaria di Catanzaro della Guardia di finanza dopo il suo arresto come scafista, sono emersi elementi investigativi secondo i quali l’uomo sarebbe collegato al terrorismo islamico.

Il siriano è tuttora detenuto in carcere con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina dopo che nel 2014 l’uomo giunse in Italia insieme a un gruppo di migranti dei quali sarebbe stato lui ad organizzare, insieme ad altre persone, il trasferimento in Italia.

Abo Robeih Tarif, stava per essere scarcerato dal carcere di Rossano dove era detenuto. Il procuratore capo della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, insieme ai suoi sostituti Bombardieri e Patrolo hanno evitato che il presunto terrorista mettesse in atto piani terroristici già studiati in uno stato europeo, al momento non identificato, ha detto Gratteri in conferenza stampa a Catanzaro.

“L’elemento di novità importante in questa inchiesta – ha sottolineato Gratteri citato da un articolo dal Corriere della Calabria – è un finto scafista era in realtà un soggetto che faceva attività di proselitismo. Ha comprato la nave con cui sono giunti in Italia i migranti, quindi era una persona che aveva grandi disponibilità di denaro e ha organizzato questo viaggio di clandestini tra i quali non possiamo sapere se vi fossero o meno altri terroristi. Ma in base alle analisi effettuate dal gruppo investigativo finanziamento al terrorismo della Guardia di finanzia, si è capito che il soggetto aveva contatti con mezzo mondo».

La conferenza stampa della Dda di Catanzaro dopo il feromo del presunto terrorista
La conferenza stampa della Dda di Catanzaro dopo il fermo (foto da corrieredellacalabria.it)

Il presunto jihadista aveva contatti con Venezuela, Libano, Olanda, Turchia, Danimarca, Irlanda e, naturalmente in Siria. Il colonnello Carmine Virno, ha affermato che all’uomo sono stati sequestrati un personal computer, quattro apparati cellulari e dieci sim internazionali.

Si tratta di “un ragazzo poco più che ventenne votato al martirio – ha detto il comandante del Gico, Michele Di Nunno – che ha suscitato persino lo stupore dell’interprete con la quale abbiamo collaborato per la gravità delle sue esternazioni”.