Robin Hood, Salerno risponde a gip. Ruberto: “Accuse infondate”

Carlomagno

Ai Lettori

Secondo Piano News non riceve finanziamenti pubblici come i grandi e piccoli media mainstream sovvenzionati a pioggia dallo Stato. Pertanto chiediamo ai nostri lettori un contributo libero che può permetterci di continuare a offrire una informazione vera, libera e corretta.

SOSTIENI L'INFORMAZIONE INDIPENDENTE
 
SEGUICI SUI SOCIAL
Per ricevere gli aggiornamenti lascia un like sulla nuova pagina Fb. Iscriviti anche al Gruppo "Un Unico Copione Un'Unica Regia". Seguici pure su TELEGRAM 1 (La Verità Rende Liberi); e TELEGRAM 2  (Dino Granata), come su Twitter "X" SPN nonché su X (Dino Granata)
Nazzareno Salerno e Pasqualino Ruberto
Nazzareno Salerno e Pasqualino Ruberto

Ha risposto per circa un’ora offrendo la sua chiave di lettura al gip nell’interrogatorio di garanzia, Nazzareno Salerno, destinatario con altre otto persone di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per la presunta distrazione di fondi comunitari destinati alle famiglie bisognose.

L’esponente di Forza Italia, assistito dal suo legale di fiducia, Vincenzo Gennaro, ha precisato al gip di Verona, città nella quale si trova da qualche tempo, ogni singolo aspetto della vicenda che lo vede coinvolto nell’ operazione Robin Hood.

Anche Pasqualino Ruberto, il consigliere comunale di Lamezia finito nell’inchiesta della Dda, ha risposto alle domande del giudice delineando la sua posizione processuale. Un colloquio, spiega il suo difensore Mario Murone, che “si è sviluppato in maniera interessante per circa un’ora”, si è trattato, quindi, aggiunge il legale “di un momento di particolare approfondimento nella ricostruzione della vita dell’ente di cui Ruberto era presidente spiegando in maniera puntuale come le contestazioni che gli vengono mosse siano assolutamente infondate”. “La priorità – dichiara inoltre il legale – è la risoluzione della condizione carceraria”. “Ruberto – ha detto infine Murone – è sereno e convinto della piena leicità del suo comportamento”.

Non ha invece risposto Gianfranco Ferrante, titolare del locale vibonese “Cin Cin Bar”, comparso sabato davanti al gip di Vibo Valentia, assistito dall’avv. Francesco Sabatino. Al contrario si è sottoposto alle domande del giudice Vincenzo Caserta, difeso dagli avvocati Giancarlo Pittelli e Francesco Iacopino, che nell’interrogatorio durato circa mezz’ora, nel carcere di Vibo, ha fornito la propria versione sui fatti che lo vedono coinvolto, contestando l’impianto accusatorio.

Ha risposto al Gip anche Vincenzo Spasari, funzionario di Equitalia, assistito dagli avvocati Nicola D’Agostino e Angelo Spasari, così come Claudio Isola, difeso anche lui dall’avvocato Spasari. Sia il gip di Vibo che quello di Verona, una volta conclusi gli interrogatori, si sono dichiarati funzionalmente incompetenti trasmettendo gli atti al collega di Catanzaro che ha emesso l’ordinanza dell’inchiesta denominata “Robin Hood” sulla scorta delle risultanze investigative di carabinieri e guardia di finanza, coordinati dalla Dda di Catanzaro.