Bufera sull’Asp di Catanzaro, distratti fondi Ue e viaggi all’estero

Carlomagno

Ai Lettori

Secondo Piano News non riceve finanziamenti pubblici come i grandi e piccoli media mainstream sovvenzionati a pioggia dallo Stato. Pertanto chiediamo ai nostri lettori un contributo libero che può permetterci di continuare a offrire una informazione vera, libera e corretta.

SOSTIENI L'INFORMAZIONE INDIPENDENTE
 
SEGUICI SUI SOCIAL
Per ricevere gli aggiornamenti lascia un like sulla nuova pagina Fb. Iscriviti anche al Gruppo "Un Unico Copione Un'Unica Regia". Seguici pure su TELEGRAM 1 (La Verità Rende Liberi); e TELEGRAM 2  (Dino Granata), come su Twitter "X" SPN nonché su X (Dino Granata)

I finanzieri del Nucleo di polizia tributaria di Catanzaro hanno eseguito, nella provincia di Catanzaro e a Crotone, misure cautelari personali e reali nei confronti di 12 dipendenti pubblici, dirigenti e funzionari dell’azienda sanitaria provinciale di Catanzaro. Coinvolte in tutto 12 persone. Arrestati e posti ai domiciliari due dirigenti dell’Asp di Catanzaro, Giuseppe Romano, di 54 anni e Ieso Rocca, di 49 anni, mentre per sette funzionari è scattata l’interdizione dai pubblici uffici per un anno. L’accusa è a vario titolo di concorso in peculato aggravato e favoreggiamento personale. Sequestrati oltre 300 mila euro.

Il provvedimento è stato emesso dal Gip del Tribunale di Catanzaro, Barbara Saccà, su richiesta del sostituto procuratore Fabiana Rapino, coordinata dal procuratore aggiunto Giovanni Bombardieri, della procura della Repubblica di Catanzaro diretta dal procuratore Nicola Gratteri.

In particolare, le complesse e articolate attività investigative delegate alla Guardia di finanza, condotte anche con l’ausilio di indagini tecniche, hanno consentito di accertare l’indebita appropriazione nonché la distrazione di fondi, di matrice comunitaria, concessi alla locale Asp per la partecipazione al progetto denominato “StopAndGo”, acronimo di “Sustainable technology for Older people – Get organised”, che ha coinvolto diversi partner europei.

Obiettivo primario di questo progetto, co-finanziato dalla Commissione europea nel 2013 per oltre 760 mila euro, è quello di definire un modello europeo di riferimento di bando di gara per migliorare il sistema di forniture pubbliche di beni e servizi socio-sanitari a beneficio della popolazione anziana, anche mediante approvvigionamento di servizi potenziati dalla telemedicina e dalla domotica, vale a dire la possibilità di rendere  disponibili  sistemi  domiciliari  più  tecnologici  di sostegno sanitario e salvavita.

In  realtà,  spiegano gli inquirenti, a  fronte  di  tali  previsioni,  è  stata  svolta  solo un’attività minimale concretizzatasi esclusivamente in una consultazione di mercato ai fini esplorativi.

Le indagini svolte dai finanzieri del Nucleo di polizia tributaria – Gruppo tutela spesa pubblica, diretti dai magistrati, hanno consentito di accertare che i pubblici ufficiali indagati, coinvolti a vario titolo nell’attuazione dell’iniziativa, una volta ottenuta l’anticipazione finanziaria dall’istituzione europea, per un ammontare di oltre 300 mila euro, anziché perseguire gli obiettivi prefissati, avrebbero sperperato le citate provvidenze.

Più nello specifico, i presunti responsabili si sarebbero indebitamente appropriati, nel corso di due anni (2014-2016), di oltre 166 mila euro, attraverso l’elargizione, a se stessi, di cospicui emolumenti per il fittizio apporto lavorativo fornito da ciascuno. In particolare, Giuseppe Romano, (ai domiciliari), responsabile unico nonché referente del progetto per l’Asp di Catanzaro, travisando le finalità del progetto, avrebbe reiteratamente richiesto, ed ottenuto, per sé e per altri dieci indagati, la liquidazione di ingenti indennità  “fuori busta paga”, illecitamente spesate con denaro proveniente dai citati fondi europei, predisponendo la documentazione connessa a tali erogazioni illecite con il concorso di Ieso Rocca, di 49 anni (domiciliari).

Lo stesso dirigente, peraltro, si  sarebbe appropriato di ulteriori 13 mila euro circa a titolo di rimborsi spese per svariate trasferte,  sia  in  Italia  che  all’estero,  mediante  la predisposizione  di specifici  giustificativi  di  spesa  falsi  ovvero alterati nel loro contenuto.

Esemplificativo delle condotte delittuose perfezionate è il caso di una trasferta in Spagna, effettuata dallo stesso dirigente responsabile, allorquando, nel portare al seguito il proprio nucleo familiare, avrebbe addebitato i relativi costi a carico del finanziamento progettuale.

Inoltre, lo stesso Romano, con il concorso di Francesco Francavilla, di 60 anni, interdetto dai pubblici uffici, avrebbe distratto ulteriori 122 mila euro circa per stipulare un protocollo operativo nei confronti di un altro partner nazionale del progetto StopAndGo, già destinatario, per la stessa funzione, di specifici stanziamenti.

Il  “perfezionamento” delle  presunte condotte  illecite  è  stato  reso possibile grazie anche al favoreggiamento posto in essere da Giuseppe Pugliese, di 49 anni, dirigente     amministrativo dell’azienda   sanitaria,   colpito  da  interdizione   dai   pubblici uffici, il quale, da un lato, si sarebbe speso affinché la dirigenza aziendale non denunciasse la vicenda all’autorità giudiziaria, dall’altro, avrebbe  fornito  indicazioni  ai  responsabili  sulle modalita’  di  predisposizione  della  documentazione giustificativa idonea a eludere i controlli.

I provvedimenti cautelari eseguiti si sono quindi sostanziati in 2 arresti domiciliari nei confronti dei citati Giuseppe Romano e Ieso Rocca, 7 misure interdittive (sospensione immediata dall’esercizio di un pubblico ufficio o servizio per la durata di un anno) nei confronti del citato Francesco Francavilla, nonché di maurizio rocca, di 59 anni, Silvia Lanatà, di 49 anni, Giuseppe Fazio, di 62 anni, Dario Marino, di 39 anni, Francesco Grillone, di 58 anni, e del citato Giuseppe Pugliese, nella notifica di tre informazioni di garanzia nei confronti di altri dipendenti dell’Asp nonché nel sequestro preventivo per equivalente effettuato nei confronti degli indagati.

la misura cautelare reale, ammontante ad oltre 300 mila euro, ha avuto riguardo a disponibilità finanziarie e cespiti immobiliari riconducibili agli indagati, individuati grazie agli accertamenti economico-patrimoniali svolti dai finanzieri.