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“Un uomo sta per gettarsi nel vuoto dal viadotto Bisantis, correte!”. Queste le parole di un automobilista che ha allertato in tempo i carabinieri viste le brutte intenzioni di un giovane di 30 anni che stava per gettarsi giù dal ponte più alto del capoluogo, e non solo.
Per scongiurare la probabile tragedia, in pochi istanti due pattuglie, una della Compagnia di Catanzaro e l’altra della Stazione di Gagliano, giungono sul posto, dove, a distanza, avvistano l’automobilista che poco prima aveva lanciato l’allarme mentre, gesticolando animatamente, indica ai militari la posizione dell’uomo, dall’altro lato del ponte.
La scena è drammatica: dopo aver scavalcato la ringhiera del viadotto, in piedi su un piccolo appoggio e aggrappato solo con i polpastrelli delle mani, spalle alla carreggiata, un giovane trentenne ondeggia pericolosamente nel vuoto ad un’altezza di oltre 200 metri dal suolo.
Il giovane è in stato confusionale e alla vista dei carabinieri, ormai avvicinatisi a piedi dopo aver lasciato l’auto di servizio con i lampeggianti accesi per segnalare agli altri utenti della strada di procedere adagio, intima testualmente: “Non vi avvicinate altrimenti mi butto, lo dico sul serio!”, sbilanciandosi in avanti con il busto. Nel frattempo i militari richiedono anche l’intervento dei Vigili del Fuoco e del 118, che giungono poco dopo.
Numerose auto in transito si fermano, conducenti e passeggeri scendono dai veicoli ma il giovane si innervosisce ancora di più. C’è bisogno della massima cautela e pertanto i curiosi vengono fatti allontanare. A questo punto uno dei militari dell’Arma prende l’iniziativa e, avviando un tranquillo dialogo con il giovane, sale sulla ringhiera e si avvicina il più possibile al malcapitato, sorretto dai colleghi, nel tentativo di scongiurare l’insano gesto.
Il dialogo è pacato e dopo qualche minuto il giovane, acquisita la fiducia dei militari, si tranquillizza e inizia a sfogarsi, raccontando all’appuntato sul parapetto e agli altri colleghi che, attraverso la ringhiera, lo ascoltano, tutte le sue ansie e le motivazioni strettamente personali che lo avevano spinto a porre in essere una tale condotta.
Dopo circa mezz’ora, il giovane, rassicurato dalle parole dei militari, rivolgendosi all’appuntato salito sul parapetto a pochi centimetri da lui, proferisce testali parole: “Se non mi butto, lo faccio per te!”; in quel frangente l’uomo, afferrato dalla catena umana formata dai militari, viene aiutato a scavalcare la ringhiera e tratto in salvo, nel fragore di un lungo applauso da parte dei numerosi curiosi accorsi. L’uomo viene infine accompagnato presso il pronto soccorso dell’Ospedale Pugliese per le cure del caso.