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Il Consiglio dei ministri, su proposta del neo Ministro dell’interno Luciana Lamorgese, a seguito di accertati condizionamenti da parte delle locali organizzazioni criminali, a norma del Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali, ha deliberato lo scioglimento per diciotto mesi dell’Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro e il contestuale affidamento dell’amministrazione dell’ente a una commissione di gestione straordinaria.
Lo rende noto il comunicato stampa del Cdm. “La situazione della sanità in Calabria – ha affermato il neo ministro alla Salute Roberto Speranza dopo la decisione del Consiglio dei ministri – è molto seria. Il rispetto rigoroso del principio di legalità sarà essenziale per aprire una stagione in cui il diritto alla salute venga effettivamente garantito”.
Lo scioglimento è scaturito dall’inchiesta “Quinta Bolgia” della Dda di Catanzaro, che a novembre 2018 culminò con 24 arresti, tra esponenti dei clan lametini, politici e dirigenti dell’Asp catanzarese. Secondo l’inchiesta emersero pesanti condizionamenti della ‘ndrangheta nell’ospedale di Lamezia Terme e di altri distretti dell’azienda sanitaria.
Agli inizi del dicembre scorso il prefetto di Catanzaro Francesca Ferrandino aveva nominato la Commissione di accesso antimafia presso l’Asp del capoluogo. Accesso la cui relazione ha portato il governo a procedere allo scioglimento.
Il prefetto all’indomani del provvedimento del Cdm, ha nominato la commissione, che è composta dall prefetto Domenico Bagnato, già esperto di carica commissariale, del viceprefetto Franca Tancredi e del dirigente Salvatore Gullì.
“Agli stessi – ha spiegato la prefettura – sono affidate le attribuzioni dell’organo di direzione generale nonché ogni altro potere ed incarico connesso, nelle more del perfezionamento dell’iter procedurale con emanazione del Decreto di scioglimento”. (aggiornato il 13 settembre 2019)