Il Consiglio di Stato riassegna la scorta al “Capitano Ultimo”: “E’ ancora in pericolo”

Carlomagno

Ai Lettori

Secondo Piano News non riceve finanziamenti pubblici come i grandi e piccoli media mainstream sovvenzionati a pioggia dallo Stato. Pertanto chiediamo ai nostri lettori un contributo libero che può permetterci di continuare a offrire una informazione vera, libera e corretta.

SOSTIENI L'INFORMAZIONE INDIPENDENTE
 
SEGUICI SUI SOCIAL
Per ricevere gli aggiornamenti lascia un like sulla nuova pagina Fb. Iscriviti anche al Gruppo "Un Unico Copione Un'Unica Regia". Seguici pure su TELEGRAM 1 (La Verità Rende Liberi); e TELEGRAM 2  (Dino Granata), come su Twitter "X" SPN nonché su X (Dino Granata)
Sergio De Caprio, alias “Capitano Ultimo”

Il Consiglio di Stato ha riassegnato la scorta a Sergio De Caprio, meglio noto come “Capitano Ultimo”, recentemente nominato da Jole Santelli assessore all’Ambiente della Regione Calabria.

I giudici, avverso la decisione del Tar che aveva respinto l’opposizione, hanno adesso accolto il ricorso presentato dall’avvocato di “Ultimo”, Antonino Galletti. La Corte ha ritenuto “prevalente l’interesse dell’appellante al mantenimento della misura di protezione in pendenza degli accertamenti sulla vicenda”.

Nell’ordinanza la terza sezione del Consiglio di Stato sottolinea come “il livello di protezione deve essere garantito quando non possa escludersi il compimento di azioni criminose nei confronti della persona da tutelare”. De Caprio, è quindi ancora in pericolo.

Rilevando come il provvedimento impugnato non tenga conto “del fatto sopravvenuto intervenuto in data successiva alla sua adozione, in relazione al quale il Tar ha ordinato incombenti istruttori” e sottolineando che “dalla stessa istruttoria è emerso che la vicenda era ancora oggetto di indagine e accertamenti tecnici non ancora conclusi”.

Il giudice amministrativo riforma dunque l’ordinanza del Tar, accogliendo l’istanza cautelare in primo grado e “disponendo, nelle more della rinnovata istruttoria, la conservazione del dispositivo di protezione”.

A De Caprio, ufficiale dell’Arma che catturò Totò Riina, la scorta era stata revocata nel settembre 2018 su decisione dell’Ufficio centrale interforze per la sicurezza personale del ministero dell’Interno.