Riceve dagli Usa un aiuto di 1.200 dollari per il Covid, beffa postale per una americana

L'assegno in dollari non può essere negoziato perché Poste Italiane ha cambiato le regole. I soliti "intoppi" all'italiana.

Carlomagno

Ai Lettori

Secondo Piano News non riceve finanziamenti pubblici come i grandi e piccoli media mainstream sovvenzionati a pioggia dallo Stato. Pertanto chiediamo ai nostri lettori un contributo libero che può permetterci di continuare a offrire una informazione vera, libera e corretta.

SOSTIENI L'INFORMAZIONE INDIPENDENTE
 
SEGUICI SUI SOCIAL
Per ricevere gli aggiornamenti lascia un like sulla nuova pagina Fb. Iscriviti anche al Gruppo "Un Unico Copione Un'Unica Regia". Seguici pure su TELEGRAM 1 (La Verità Rende Liberi); e TELEGRAM 2  (Dino Granata), come su Twitter "X" SPN nonché su X (Dino Granata)

Gli Stati Uniti d’America guidati da Donald Trump hanno dato un sostanzioso contributo ai cittadini statunitensi per l’emergenza Covid. Non parliamo dei miseri seicento euro di Conte agli autonomi costretti a chiudere e a non poter lavorare. Ma un aiuto concreto, senza giustificativi, riconosciuto non solo ai residenti negli Usa, bensì anche agli emigrati che vivono altrove. E’ successo anche ad una cittadina americana che vive da tempo in un piccolo centro della Provincia di Catanzaro.

La donna ha ricevuto un bonifico postale di 1.200 dollari dall’amministrazione americana. Peccato, però, che l’anziana non ha potuto incassare l’assegno accreditato sul suo conto perché le Poste Italiane non negoziano in valuta estera.

Un fatto che ha dell’incredibile, eppure è così, secondo quanto raccontato dai parenti citati dall’Ansa. La donna, che vive in un piccolissimo comune montano dove è attivo solo lo sportello postale, si è vista negare l’accredito della somma per una nuova disposizione dell’Azienda.

I soldi così rischiano di rimanere solo sulla carta. “Abbiamo segnalato la cosa alla Filiale delle Poste di Catanzaro ma ci è stato risposto che si sarebbe fatto ricorso alla Direzione Generale di Roma per tentare di trovare una soluzione. Fatto sta che, a tutt’oggi, non si è ottenuta alcuna notizia in merito”.

“Dovremo rinunciare al contributo di 1.200 dollari perché le Poste hanno deciso di non decidere?” si chiedono i parenti della donna. “Tutto ciò – aggiungono – a fronte del fatto che chi ha un conto in banca ha potuto incassare tranquillamente il contributo”.

Poste ha spiegato che dal 16 settembre 2019 non esegue più il servizio di negoziazione degli assegni esteri per i clienti ordinari e che ha provveduto a informare della modifica i propri correntisti con una comunicazione del 30 giugno 2019. Ma, viene spontaneo, chi deve dare adesso il denaro alla donna? I soliti “intoppi” all’italiana.