Un fallimento le mascherine all’aperto. I casi aumentano. Zuccatelli aveva ragione: “Non servono”

E' polemica per le affermazioni del neo commissario alla sanità calabrese che diceva come le mascherine non servono e che per contrarre il virus c'è bisogno di un bacio di quindici minuti con un soggetto malato. Stando ai numeri sull'impennata di casi dopo l'obbligo del bardamento universale, non ha torto

Carlomagno

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“Le mascherine non servono a nulla” per contenere la diffusione del virus. Ci sono polemiche sulle dichiarazioni rese qualche tempo fa dal neo commissario alla sanità calabrese Giuseppe Zuccatelli, nominato dal governo su proposta del ministro della Salute Roberto Speranza al posto del generale Saverio Cotticelli dopo la figuraccia in diretta tv.

Il manager, prestato alla politica (è stato candidato alla Camera con Leu), aveva anche affermato che per contrarre il virus ci sarebbe stato bisogno di un bacio di 15 minuti (con una persona contaminata). Affermazioni che hanno suscitato polemiche tra gli ambienti politici regionali e nazionali, con in testa il centrodestra che ora lo attacca. Il commissario, su pressioni del governo e del ministro Speranza, ha poi chiesto scusa. Scuse che non servono perché il manager, stando ai numeri, ha pienamente ragione.

Leggendo infatti i dati calabresi, dal 25 settembre scorso, ordinanza Santelli, i calabresi sono stati costretti all’obbligo della mascherina all’aperto; un obbligo poi proseguito con il decreto di Conte dello scorso 7 ottobre. I dati mostrano una impennata di casi, per più di cinque volte, nonostante le severe misure del bardamento universale in strada, del distanziamento e del divieto di assembramento.

Ora la Calabria è “zona rossa” in base a parametri del cosiddetto comitato scientifico, e il numero di “positivi” supera di gran lunga il dato di settembre – ottobre, dovuto ad un isterico tamponamento quasi a tappeto, cui si sottopongono anche persone sanissime che spontaneamente fanno code estenuanti per fare il test al fine di accertare la loro positività o meno al virus.

Va sempre ricordato che il virus Sars-Cov-2 non è mai stato isolato e che addirittura lo Spallanzani di Roma, si è preso la briga di avviare una sperimentazione volta a stabilire se un tampone risulta positivo al cosiddetto Covid oppure all’influenza stagionale da coronavirus. Quindi, per mera logica, vien da evidenziare ciò che sostengono molti esperti, e cioè che i tamponi sono da ben otto mesi risultati farlocchi e inattendibili, come ha riferito lo stesso governatore veneto Zaia.

Stando comunque a questi test, il risultato è stato di un aumento esponenziale dei positivi (non “contagiati”, come riferiscono i media mainstream) poiché sono per larghissima parte, oltre il 95%, asintomatici non malati, quindi non in grado di infettare nessuno, appunto per la bassissima (o nulla) carica virale, se è vero come hanno sempre raccontato gli esperti, in testa il professor Giorgio Palù, e che per contrarre l’infezione servivano le cosiddette “goccioline” (o droplet) di una persona sintomatica e un contatto interpersonale di almeno un quarto d’ora, appunto il tempo indicato da Zuccatelli. Lo diceva anche il Dottor Vincenzo Puro dello Spallanzani, poi stranamente messo a tacere dai suoi superiori. Leggi le sue dichiarazioni.

Ma veniamo al dettaglio dei numeri: dall’ordinanza della presidente Santelli (dal 26 settembre al 7 ottobre) con cui si disponeva l’obbligo di mascherina all’aperto per tutti, il dato (riferito a undici giorni) è stato di 18.547 tamponi effettuati da cui sono emersi 203 casi positivi. Nello stesso periodo precedente, 11 giorni, senza bardamento obbligatorio, i numeri erano di 18.112 test e 198 casi registrati. Dato irrilevante rispetto alle settimane successive.

Terminato il periodo dell’ordinanza della compianta governatrice, entra in vigore quella di Conte: il conteggio è dal 7 ottobre all’8 novembre, 33 giorni. Dai calcoli emerge che su 85.644 tamponi effettuati, 5.356 persone sono risultate positive. L’aumento progressivo dei test fa registrare un aumento dei positivi. Immunità di gregge? Pare di sì. Ma purtroppo nessuno a palazzo Chigi pare intenda prendere atto di questa evidenza sotto gli occhi di tutti.

Quindi, c’è da chiedersi: la mascherina e le altre strette a cosa servono? A nulla, come ha affermato Zuccatelli. La stessa Oms aveva dichiarato in primavera che le mascherine “non servono a bloccare il virus” e che dovevano indossarle soltanto i malati sintomatici e gli operatori sanitari. Per tutti gli altri, parliamo dei soggetti sani, l’organizzazione mondiale della sanità aveva detto che “la mascherina dà un falso senso di sicurezza”.

Infine, ipotizzando una progressione media, se si dovessero effettuare circa due milioni di tamponi per quanti sono i cittadini calabresi ne verrebbe fuori comunque un dato di positivi molto alto, ma con un tasso di mortalità pari allo zero, se è vero che il numero dei decessi attribuiti al Covid, in oltre 8 mesi, sarebbe di 120 morti (0,3%), secondo i dati ufficiali dell’Istituto superiore di Sanità aggiornato al 4 novembre 2020 (grafico).