Sanità in Calabria, Gaudio rinuncia all’incarico: “Motivi personali”, ma pesa l’indagine di Catania

Ennesimo colpo di scena nella ridicola giostrina dei partiti che stanno giocando sulla gestione del comparto sanitario in Calabria. Un settore che vale miliardi di euro

Carlomagno

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Eugenio Gaudio

Non è durata nemmeno qualche ora la nomina di Eugenio Gaudio a commissario ad acta per la Sanità in Calabria, sancita ieri sera dal governo. L’ex rettore della Sapienza ha rinunciato al suo incarico. Gaudio, ha spiegato che alla base di questa decisione ci sono “motivi personali”. “Mia moglie – ha spiegato – non ha intenzione di trasferirsi a Catanzaro”.

“Un lavoro del genere – ha aggiunto – va affrontato con il massimo impegno e non ho intenzione di aprire una crisi familiare”. Dopo qualche minuto dalla nomina, molti media hanno tirato fuori la notizia che l’ex rettore è indagato per abuso d’ufficio nell’inchiesta dalla Procura di Catania su presunte irregolarità nei concorsi all’università etnea. Sarà questo il vero motivo della rinuncia? Non è dato sapere. Ma il magnifico ha certamente fiutato di poter finire (come il suo predecessore) nel tritacarne mediatico per via di una ipotesi di reato per cui la procura avrebbe chiesto l’archiviazione.

Quali scenari si apriranno adesso? L’esecutivo in questo desolante scenario potrebbe nominare direttamente Gino Strada, il fondatore di Emergency che doveva essere incaricato da Gaudio a fare il consulente speciale della struttura commissariale. Dalle ultime notizie non sarebbe tuttavia disponibile a fare il commissario, mentre il presidente facente funzioni della Calabria Nino Spirlì, viste le acque, ha chiesto la fine del commissariamento e le dimissioni di Speranza.

Le vicissitudini del commissariamento hanno rasentato il ridicolo con l’ormai famosa intervista di Saverio Cotticelli su Rai3, il generale reduce due giorni prima della riconferma e piena fiducia da parte del ministro della Salute Speranza. Dopo la figuraccia dell’ex commissario, entra in scena Giuseppe Zuccatelli, un compagno di Leu vicinissimo a Speranza e Bersani, ma viene subito investito da furenti polemiche da parte del M5s (mentore della nomina di Cotticelli), quindi costretto alle dimissioni direttamente su invito di Speranza che aveva nel frattempo trovato la quadra su Gaudio attraverso consultazioni tra Pd e cinquestelle.

La nomina del cosentino arriva nel pomeriggio di ieri. Il Cdm lo ha chiamato a rivestire il delicato ruolo di commissario ad acta per il piano di rientro della sanità calabrese, ma a distanza di qualche ora, i motivi “familiari”, come pure il tam tam sull’indagine dei pm siciliani, hanno spinto Gaudio a rinunciare all’incarico, lasciando a Conte e a Speranza l’ennesima figura su una questione che poteva essere gestita molto meglio di quanto sia stata gestita, tra appetiti personali e lottizzazione tra partiti.

Del resto il comparto sanitario calabrese, commissariato da undici anni, vale oltre il 60% del bilancio regionale: in ballo ci sono miliardi di euro, tra pubblico e privato. Gestiti tutti da Roma, euro su euro. Intanto la sanità calabrese è allo sbando totale.