Caos Sanità in Calabria, Gratteri apre una inchiesta sulle troppe ‘anomalie’ calabresi

Il procuratore di Catanzaro stronca il nome di Gino Strada a commissario. "Non siamo in Africa. Quì c'è bisogno di far funzionare gli ospedali che ci sono, non quelli da campo. Per la struttura io il nome giusto ce l'ho"

Carlomagno

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Nicola Gratteri

La Procura della Repubblica di Catanzaro guidata da Nicola Gratteri ha aperto una inchiesta sul caos della Sanità in Calabria.

Secondo quanto trapela, i magistrati del capoluogo vorrebbero fare piena chiarezza su diverse anomalie riscontrate durante l’emergenza virus; dal balletto di nomine governative, al caso dei tamponi ed ai laboratori, fino alla situazione complessiva sanitaria ed ospedaliera, che vede strutture in ‘affanno’ dopo la prevedibile seconda ondata covid.

Fari puntati anche sui privati, come pure (e soprattutto) sull’immensa massa di denaro che avvolge il mondo della sanità calabrese che assorbe oltre il 60% del bilancio regionale. Fondi gestiti tutti da Roma.

Al centro dell’indagine, al momento conoscitiva, ci sarebbe pure la questione degli ospedali chiusi e che nessuno al momento pare abbia intenzione di riaprirli, complice soprattutto la vacatio attuale nella struttura commissariale che non soltanto non avrebbe predisposto un piano per fronteggiare il ‘nemico invisibile’ (Cotticelli dixit), ma non ha mai fatto nulla, vista l’emergenza, per riabilitare strutture che potrebbero dare in questi mesi un grosso contributo a smaltire la mole di pazienti covid e non covid che si riversano (intasandoli) sugli ospedali dei capoluoghi di provincia, Cosenza, Catanzaro e Reggio su tutti.

Intanto, la possibile nomina di Gino Strada a commissario ad acta della Sanità in Calabria è stata stroncata da Nicola Gratteri. Il fondatore di Emergency, per il procuratore di Catanzaro “non va bene, (la Calabria) non è l’Africa. Serve far funzionare gli ospedali che ci sono, non fare quelli da campo”, ha detto in tv il magistrato bocciando il nome del governo dopo i forfait clamorosi di Cotticelli, Zuccatelli e Gaudio. “Il nome giusto – ha spiegato Gratteri – io ce l’ho ma non lo dico”.