Elezioni regionali in Calabria, si vota il 14 Febbraio 2021. Poco tempo per i partiti

Carlomagno

Ai Lettori

Secondo Piano News non riceve finanziamenti pubblici come i grandi e piccoli media mainstream sovvenzionati a pioggia dallo Stato. Pertanto chiediamo ai nostri lettori un contributo libero che può permetterci di continuare a offrire una informazione vera, libera e corretta.

SOSTIENI L'INFORMAZIONE INDIPENDENTE
 
SEGUICI SUI SOCIAL
Per ricevere gli aggiornamenti lascia un like sulla nuova pagina Fb. Iscriviti anche al Gruppo "Un Unico Copione Un'Unica Regia". Seguici pure su TELEGRAM 1 (La Verità Rende Liberi); e TELEGRAM 2  (Dino Granata), come su Twitter "X" SPN nonché su X (Dino Granata)

elezioni regionali in Calabria

Si tornerà alle urne il 14 febbraio 2021 in Calabria per eleggere il presidente della Giunta e il nuovo Consiglio regionale. A disporlo è un decreto firmato dal presidente facente funzioni Nino Spirlì.

Le elezioni in Calabria sono state indette nel giorno di San Valentino, che è Domenica, a seguito delle intese raggiunte, secondo quanto prevede la normativa, con il presidente del Consiglio regionale e con il presidente della Corte d’appello di Catanzaro.

Il decreto, che sarà notificato ai ministeri dell’Interno e degli Affari regionali, ai sindaci calabresi e ai presidenti delle commissioni elettorali, fissa la data delle urne a distanza di poco più di una anno dalle precedenti consultazioni regionali, 26 gennaio 2020, che portarono all’elezione a presidente di Jole Santelli, scomparsa prematuramente lo scorso 15 ottobre.

Dunque due mesi e mezzo alla data fissata, senza escludere possibili slittamenti per via del cosiddetto andamento epidemiologico, nel qual caso si potrebbe votare a metà aprile. Stando a febbraio, i partiti hanno però meno tempo per prepararsi alla prossima sfida elettorale, poiché liste e candidati andranno presentati trenta giorni prima dal giorno del voto (circa metà gennaio). Poi ci sarà l’inizio dei comizi elettorali.

I partiti dovranno individuare i candidati alla presidenza e gli aspiranti consiglieri. Molti degli uscenti ci riproveranno. Per la presidenza, il candidato del centrodestra dovrebbe essere un esponente di Forza Italia, come lo era Jole Santelli, candidatura che può essere rivendicata da FI in “segno di continuità” con la presidente la cui scomparsa ha portato allo scioglimento con 4 anni di anticipo.

Tra i papabili potrebbe esserci l’azzurro Roberto Occhiuto, oggi vicecapogruppo alla Camera, ex consigliere regionale, nonché fratello del sindaco di Cosenza, Mario, che l’hanno scorso, quando era stato già designato dal suo partito, ha dovuto subìre il veto del leader della Lega Matteo Salvini, in seguito al quale Berlusconi convinse la Santelli a candidarsi.

Non è comunque da escludere un impegno in prima persona dell’attuale presidente facente funzioni della giunta regionale Nino Spirlì, leghista salviniano trovatosi ad affrontare un periodo emergenziale di non poco conto; così come non è da scartare l’ipotesi di un candidato espresso da Fratelli d’Italia. In questo caso la Meloni potrebbe indicare agli alleati Wanda Ferro, parlamentare catanzarese già vice coordinatrice di FI quando Santelli era a capo del partito in Calabria, e già sfidante, nel 2014, di Mario Oliverio, uscito vincitore più che per suo merito, per le vistose divisioni nel centrodestra.

Nel centrosinistra si sta valutando chi schierare. Un anno fa la coalizione a trazione Pd decise di sostenere Pippo Callipo che poi, battuto dalla Santelli, fece qualche mese di opposizione e si dimise in polemica con tutta l’assemblea. Callipo, a meno di ripensamenti, non intende ripresentarsi.

Come lo scorso gennaio, dovrebbero esserci liste civiche come quelle ispirate da Carlo Tansi, ex capo della Protezione civile regionale. Da quanto si apprende, è quasi certo un impegno elettorale del ‘Patto civico per la Calabria’, un’ampia alleanza (di sinistra) che aspira a diventare il Terzo polo, che vede tra i protagonisti, fra gli altri, l’intellettuale Pino Aprile e il docente universitario Francesco Aiello, a gennaio candidato presidente del M5s, che a quelle elezioni riuscì ad ottenere un buon risultato nonostante il “fuoco amico” del presidente cinquestelle della Commissione parlamentare Antimafia Nicola Morra.

Per il M5s, (quasi) orfana di Aiello, bisogna attendere se da Roma si darà il via libera ad una intesa con il Partito democratico, un ‘laboratorio’ elettorale come in Umbria e altrove che però non ha dato i frutti sperati.

Insomma, poco tempo e tanto impegno per partiti e movimenti che dovranno trovare intese e soluzioni condivise su programmi e candidati.