Peculato e corruzione, indagato ex consigliere regionale di FI

Claudio Parente è finito nei guai per aver assunto a palazzo Campanella due congiunti di due consiglieri comunali di Catanzaro che nel 2018 avevano votato a favore di una delibera per la cessione di un terreno ad una associazione riconducibile all'esponente politico. "Patto corruttivo". Sequestro per oltre 37mila euro

Carlomagno

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Claudio Parente
Claudio Parente

Avrebbe utilizzato i fondi del Consiglio regionale per assumere nella sua struttura speciale il fratello e la convivente di due consiglieri comunali di Catanzaro che nel 2018 avevano votato a favore di una delibera (approvata dall’assise a palazzo de Nobili) per la concessione di un terreno comunale destinato ad un’associazione riconducibile a lui.

Con l’accusa di peculato e corruzione l’ex consigliere regionale Claudio Parente, 54enne già capogruppo di Forza Italia, è indagato dalla Procura di Catanzaro insieme ai due consiglieri comunali del capoluogo Francesco Gironda (52enne) e Giuseppe Pisano (43), iscritti nel registro degli indagati per le ipotesi di corruzione e per atti contrari ai doveri d’ufficio.

Secondo l’accusa, i due consiglieri a settembre 2018 avrebbero votato a favore della delibera per cedere un terreno di proprietà comunale all’associazione “Vivere Insieme”, ente interregionale operante principalmente nel settore dei servizi sanitari in convenzione. La Guardia di finanza di Catanzaro, che ha condotto le indagini, ha accertato che Claudio Parente è amministratore di fatto dell’associazione.

Sempre secondo l’accusa, in cambio del voto favorevole dei due alla delibera 95/2018, l’ex consigliere regionale avrebbe assunto a tempo determinato nella sua struttura speciale il fratello del consigliere Gironda e la convivente del consigliere Pisano, realizzando quello che gli investigatori definiscono un “accordo corruttivo” fra i tre indagati.

A conclusione delle indagini, su mandato del gip, i finanzieri hanno eseguito il sequestro preventivo a Parente pari a 37.682 euro, somma equivalente al totale dei compensi erogati dal consiglio regionale della Calabria ai due congiunti di Pisano e Gironda, nell’ambito dell’incarico indebitamente loro conferito da Parente.

L’indagine delle fiamme gialle catanzaresi è stata diretta dal pm Graziella Viscomi con il coordinamento del procuratore aggiunto Giancarlo Novelli e del procuratore capo Nicola Gratteri.

A luglio 2018 Claudio Parente era subentrato a palazzo Campanella, come primo dei non eletti, a Giuseppe Mangialavori, eletto in Parlamento il 4 marzo di quell’anno. Alle regionali del gennaio 2020 l’esponente politico non si era ricandidato.