‘Ndrangheta e voto di scambio, 17 arresti

Carlomagno

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Nelle prime ore della giornata odierna, in provincia di Catanzaro, nei comuni di Lamezia Terme, Nocera Terinese, Falerna e Conflenti, e nelle città di Aosta, Arezzo e Cosenza, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Lamezia Terme, in collaborazione con i comandi Arma territorialmente competenti e con lo Squadrone Eliportato Carabinieri Cacciatori di Vibo Valentia, hanno dato esecuzione a un’ordinanza di misura cautelare emessa dal G.I.P. del Tribunale di Catanzaro, su richiesta della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, nei confronti di 19 soggetti, ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione di tipo mafioso, concorso esterno in associazione di tipo mafioso, scambio elettorale politico-mafioso, corruzione, estorsione, consumata e tentata, intestazione fittizia di beni, rivelazione di segreti d’ufficio e turbativa d’asta.

Il provvedimento scaturisce da una prolungata attività investigativa, condotta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Lamezia Terme e del Comando Provinciale di Catanzaro, diretta e coordinata dalla Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro.

Le indagini, culminate nell’operazione Alibante, sono state avviate a seguito della presentazione, da parte di imprenditori lametini, di denunce relative a estorsioni poste in essere da appartenenti alla cosca “Bagalà”, operante sulla zona costiera compresa tra i comuni di Nocera Terinese e Falerna.

Gli elementi acquisiti con l’ausilio di attività tecniche ed accertamenti patrimoniali, hanno consentito di delineare gli assetti e l’operatività sul litorale tirrenico-lametino dell’articolazione territoriale di ‘ndrangheta capeggiata da Carmelo Bagalà, già attiva fin dagli anni ’80, evidenziando la presenza egemone sul territorio del predetto sodalizio, manifestata attraverso la commissione di delitti, aggravati dal metodo mafioso, finalizzati alla gestione diretta o indiretta delle attività economiche del luogo, con particolare riferimento alle imprese attive nel settore turistico-alberghiero.

Nel corso delle indagini sono emersi, altresì, rapporti illeciti tra la cosca ed alcuni esponenti delle amministrazioni comunali di Falerna e Nocera Terinese, con capacità di influenza su processi decisionali, amministrativi ed elettivi.

Nello specifico, per 7 indagati, è stata disposta la misura cautelare della detenzione in carcere, per 10 indagati la misura cautelare degli arresti domiciliari e 2 indagati la misura interdittiva, rispettivamente, del divieto di contrattare con la pubblica amministrazione, e del divieto di rivestire uffici direttivi delle persone giuridiche.

Il coinvolgimento di politica e forze dell’ordine
Ci sono anche due ex sindaci e un vicesindaco in carica tra le persone coinvolte nell’operazione “Alibante”, condotta dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro e dai carabinieri. Agli arresti domiciliari sono finiti Giovanni Costanzo, 54 anni, già sindaco di Falerna e in passato anche consigliere provinciale, e Luigi Ferlaino, 53 anni, ex sindaco di Nocera Terinese, entrambi comuni del Catanzarese.

E’ in servizio a Catanzaro, nella Legione Calabria dell’Arma (e non ad Amantea come si era appreso da fonti investigative), Francesco Cardamone, 40 anni, attuale vicesindaco di Nocera Terinese (Cz), arrestato stamane nell’ambito dell’inchiesta “Alibante” contro il clan Bagalà.

Per Cardamone, che comunque non ha funzioni operative ma è in forza ad uffici amministrativi, sono stati disposti gli arresti domiciliari. È indagato anche l’ex sindaco di Nocera Terinese, Pasquale Motta, giornalista e direttore del network “LaC”, nell’ambito del’inchiesta “Alibante” condotta dalla Dda di Catanzaro contro la cosca Bagalà attiva sul Tirreno catanzarese.

Secondo quanto emerge dall’ordinanza di misura cautelare del Gip di Catanzaro, Motta è accusato di aver “assunto il ruolo di concorrente “esterno” della cosca Bagalà, “in quanto, pur non potendosi ritenere inserito stabilmente nella struttura organizzativa del sodalizio, di fatto svolgeva in maniera preponderante la funzione di referente politico del boss Carmelo Bagalà, con cui – si legge nel provvedimento – aveva condiviso e programmato la predisposizione della lista “Unità popolare Nocerese” sfruttando sia il bagaglio relazionale legato al fatto di essere stato ex sindaco di Nocera Terinese, sia il legame particolarmente forte con Ferlaino Luigi (a sua volta è sindaco di Nocera Terinese, ndr), leader politico sostanziale della lista civica “Unità popolare Nocerese”, nel corso della campagna elettorale per le elezioni amministrative di Nocera Terinese del 10 giugno 2018, lista – riporta ancora l’ordinanza del Gip – ideata e strutturata per l’infiltrazione, o meglio per preservare l’infiltrazione, del clan nell’amministrazione comunale». Nei confronti del giornalista il Gip non ha comunque ritenuto sussistente l’esigenza di un provvedimento di custodia cautelare.

Le persone coinvolte nell’inchiesta

In carcere
Carmelo Bagalà, 80 anni, di Gioia Tauro;
Alfredo Carnevale, 37 anni, di Nocera Terinese;
Alessandro Gallo, 32 ani, di Lamezia Terme
Mario Gallo, 57 anni, di Falerna;
Vittorio Macchione, 70 anni, di Nocera Terinese;
Vittorio Palermo, 63 anni, di Ischia;
Eros Pascuzzo, 34 anni, di Lamezia Terme

Ai domiciliari
Maria Rita Bagalà, 52 anni, di Lamezia Terme residente ad Aosta;
Francesco Cardamone, 40anni, residente a Nocera Terinese;
Giovanni Costanzo, 54 anni, residente a Falerna;
Vincenzo Dattilo, 65 anni, di Lamezia Terme;
Francesco Antonio De Biase, 50anni, di Lamezia Terme;
Luigi Ferlaino, 53 anni, di Falerna;
Raffaele Gallo, 26 anni, di Conflenti;
Giovanni Eugenio Macchione, 70 anni, detto “Cagino o Calimero”, di Lamezia Terme;
Antonio Rosario Mastroianni, 74 anni, detto Tonino “u milanese” o “postino” di Nocera Terinese;
Antonio Pietro Stranges, 68 anni, di Conflenti.

Misure interdittive
Antonio Cario, 51 anni, di Lamezia Terme, divieto di contrarre con la pubblica amministrazione per un anno;
Antonio Gedeone , 53 anni, divieto di rivestire uffici direttivi delle persone giuridiche per un anno

Altre 24 persone sono indagate a piede libero, a vario titolo, con le stesse ipotesi di accusa dei destinatari delle misure cautelari.

Domenico Aragona, 32 anni, di Nocera Terinese;
Ferdinando Aragona, 51 anni di Nocera Torinese;
Rosario Aragona, 46 anni di Nocera Terinese;
Michele Aragona; 69 anni, di Nocera Terinese,
Francesca Bagalà, 49 anni, di Nocera Terinese;
Emilio Barletta, 50 anni, di Lamezia Terme;
Ugo Barletta, 80 anni, di Falerna;
Peppino Calidonna, 77 anni, di Lamezia;
Paolo Cosentino, 50 anni, di Lamezia;
Renzo Cardamone, 59 anni, residente a Celico;
Luciano Gerardo Esposito, 65 anni, di Nocera Terinese;
Luca Furgione, 39 anni, residente ad Amantea;
Umberto Gedeone, 48 anni, di Cosenza;
Andrea Gino Giunti, 55 anni, di Aosta;
Salvatore Grandinetti, 32 anni, residente a Nocera Terinese;
Mahamoudou Guebre, 34 anni residente a Falerna;
Bruno Malvaggio, 50 anni, residente a Nocera Terinese;
Pasquale Motta, 56 anni, di Nocera Terinese;
Enzo Pandolfo,48 anni, di Nocera Terinese;
Benito Provenzano, 60 anni, di Lamezia;
Alessandro Rubino, 44 anni, residente a Montalto Uffugo;
Giuseppe Scandinaro, 59, di Rosarno;
Gino Strangis, 52 anni, di Lamezia Terme;
Maria Rosaria Virardi, 47 anni, residente a Falerna.