Usura ed estorsioni mafiose, arrestate 5 persone in Calabria

Carlomagno

Ai Lettori

Secondo Piano News non riceve finanziamenti pubblici come i grandi e piccoli media mainstream sovvenzionati a pioggia dallo Stato. Pertanto chiediamo ai nostri lettori un contributo libero che può permetterci di continuare a offrire una informazione vera, libera e corretta.

SOSTIENI L'INFORMAZIONE INDIPENDENTE
 
SEGUICI SUI SOCIAL
Per ricevere gli aggiornamenti lascia un like sulla nuova pagina Fb. Iscriviti anche al Gruppo "Un Unico Copione Un'Unica Regia". Seguici pure su TELEGRAM 1 (La Verità Rende Liberi); e TELEGRAM 2  (Dino Granata), come su Twitter "X" SPN nonché su X (Dino Granata)

I Carabinieri della Compagnia di Sellia Marina hanno eseguito un’ordinanza di misura cautelare della custodia in carcere e degli arresti domiciliari, emessa dal Giudice presso il Tribunale di Catanzaro, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia presso la Procura del capoluogo, nei confronti di 5 persone residenti nei comuni di Cropani (Catanzaro) ed Isola di Capo Rizzuto (Crotone), ritenuti indiziati in ordine ai reati di usura in concorso, estorsione, ed esercizio abusivo dell’attività finanziaria, nel territorio del Comune di Cropani, con l’aggravante del metodo mafioso. L’operazione è chiamata in codice “Cashback”.

L’indagine, che ha avuto origine, nel febbraio 2020, dalla denuncia di una attività di usura ai danni di un piccolo esercente relativamente ad un presunto prestito usurario, con un tasso di interesse mensile pari al 13.75% dell’importo finanziato, è stata delegata alla Compagnia dei Carabinieri di Sellia Marina, ed è proseguita con attività tecnica.

I gravi elementi indiziari acquisiti hanno riguardato, quindi, ulteriori presunte vicende di prestiti usurari ai danni di altri sei soggetti che, attraversando un momento di difficoltà economica, aggravata ulteriormente dall’emergenza pandemica in atto, erano state costrette a ricorrere a tali canali di credito, delineandosi anche la gravità indiziaria per il delitto di abusivo esercizio del credito, in relazione a plurimi rapporti creditizi concessi ad esercenti, ristoratori, impiegati, artigiani, e piccoli imprenditori, con tassi d’interesse mensile compresi tra il 10% e il 20% del capitale.

Per le presunte condotte illecite, è stata ritenuta, altresì, la sussistenza dell’aggravante del metodo mafioso in quanto sarebbero state poste in essere avvalendosi della forza intimidatrice derivante dal vincolo associativo a riconducibile a cosche di ‘ndrangheta, e in alcuni casi per agevolare l’attività di una delle cosche di ‘ndrangheta operante sul territorio.

Con il provvedimento restrittivo è stata disposta la misura cautelare in carcere nei confronti di 4 indagati e la misura degli arresti domiciliari nei confronti di un’altra persona.