Corte dei Conti Calabria: Ingenti risorse ma permangono criticità

"Dall'analisi dei dati si evidenzia - ha sottolineato il procuratore della Corte - come il valore di risorse di natura vincolata sia consistente: il 62,4% per la sanità, il 15,8% per investimenti (Por, Pac, Fsc e Pnrr) e l'8,2% per altri fondi vincolati. Va preso atto che le azioni indicate alla Regione sono identiche a quelle riportate da più anni senza che siano stati conseguiti miglioramenti".

Carlomagno

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“Una disponibilità finanziaria che circoscrive la possibilità di prevedere interventi sul territorio a fronte di frequenti e imprevedibili esigenze ulteriori rispetto a quella indicate in programmazione e in ambiti caratterizzati da contingenze congiunture nazionali ed internazionali e da un’elevata dinamicità delle esigenze del territorio. Ciò rappresenta un limite oggettivo all’azione di governo”.

E’ quanto ha sostenuto il procuratore regionale della Corte dei Conti Romeo Ermenegildo Palma nella sua requisitoria in occasione della seduta di giudizio di parifica del rendiconto generale della Regione per l’esercizio 2021.

Secondo il procuratore “l’esito della gestione 2021 è caratterizzato dal permanere della Calabria all’interno dell’area delle Regioni meno sviluppate nonostante l’ingente flusso di risorse messe a disposizione per colmare le differenze strutturali con le altre regioni d’Europa”. Alla seduta, aperta dalla presidente della Sezione regionale di controllo, Rossella Scerbo, hanno partecipato il presidente della Corte dei Conti Guido Carlino e il presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto.

“Dall’analisi dei dati si evidenzia – ha sottolineato il procuratore – come il valore di risorse di natura vincolata sia consistente: il 62,4% per la sanità, il 15,8% per investimenti (Por, Pac, Fsc e Pnrr) e l’8,2% per altri fondi vincolati.
Entrate libere da vincoli sono pari al 12,2%. Anche per il 2021, così come confermato nel Defr 2022/2024, a fronte delle criticità rilevate dalla sezione in precedenti analoghe occasioni il governo regionale si propone di ampliare il livello di entrata e rimodulare la spesa regionale e declina una serie di misure che indica nella tutela e nel recupero dei crediti vantati verso i Comuni, riduzione del deficit in sanità, progressiva riduzione del contenzioso e dei pignoramenti nonché riduzione spesa enti sub regionali, accelerazione pagamenti delle fatture commerciali, aumento entrate recupero delle evasione fiscale, salvaguardia della disponibilità di cassa e interventi sull’apparato amministrativo. Va preso atto che le azioni indicate alla Regione sono identiche a quelle riportate da più anni senza che siano stati conseguiti miglioramenti”. (Ansa)