Angela Napoli contro Bocchino, Scopelliti e il Pdl.

Carlomagno

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Angela Napoli

E’ una che non le manda a dire, Angela Napoli, deputata “tosta” per più legislature e componente la Commissione parlamentare Antimafia. Si è dimessa l’altro giorno dal coordinamento regionale calabro di Futuro e Libertà in forte contrasto con Italo Bocchino e il suo fido Francesco Grandinetti. Lascia il partito ma resta nel gruppo Fli.

I motivi del gesto? Legati alla mancata osservanza dei «valori» fondanti di Fli[quote style=”boxed”]Le fibrillzazioni portano la deputata fuori da tutto. Oggi la Napoli è come Renzi: piace alla sinistra come il sindaco di Firenze piace alla destra[/quote] Nel corso di questa lunga intervista, scopriamo che c’è qualcuno, per inciso il presidente Fini, che osserva la disputa calabrese contro la sua “pupilla”, standosene in «silenzio» dallo scranno più alto di Montecitorio. Un silenzio che racconta tante cose e che può essere interpretato in tante maniere: come ad esempio “abbandono”,  “tradimento” e, puntini sospensivi. Lei, che di coraggio ne ha da vendere non ci sta a questo gioco al massacro e accusa i suoi vertici di «coprire» il mondo parallelo calabrese che si alimenta di “illegalità” ed è “contiguo” ad ambienti chiacchierati. Vecchie ruggini che nessun solvente potrà disincrostare. Denunce incrociate, molte minacce e tanti nemici: mafiosi da un lato, politici del suo ambiente dall’altro, il che è ancora peggio. [quote style=”boxed”]Il silenzio di Fini sa di tradimento: “Nemmeno una telefonata ho ricevuto” [/quote]

Vive blindata e scortata da anni per le sue denunce contro la mafia. Nomi e cognomi alla mano. Le tensioni, le paure. Paure e tensioni che non conosce nemmeno il presidente della Camera che vive ovattato nel palazzo. A dirla come un “grillino”, la Napoli guadagna un “sacco” di soldi, ma la sua vita non è affatto invidiabile. Con le camionette della scorta sotto casa, davanti al ristorante, coi poliziotti nell’ascensore fino all’uscio di casa. Provate a immaginare e farvi un’idea. E’ lugubre, altroché! Difficilmente si trova lo spirito per un sorriso.
E lei che ha chiesto lo scioglimento di diversi comuni per mafia, tra cui Corigliano e Reggio Calabria, amministrati da persone che con la Napoli si sono cresciuti politicamente insieme. Lei non guarda in faccia nessuno. Ultimo in ordine di tempo è la Rende di Sandro Principe, del PD. A maggio la prima interrogazione per la commissione d’accesso antimafia. Poi sei mesi dopo, i pidiellini di Berlusconi misero a  ferro e fuoco la Camera per sollecitare ciò che aveva chiesto la Napoli molti mesi prima. Scopelliti, che ha subìto lo scioglimento del suo comune, si è imbarazzato molto per questo. E a Rende sul comune avrebbe detto ai suoi: “Ma perché state fermi e non fate nulla”. Poi il 18 novembre ha annunciato su Twitter il “Reset” tanto atteso.[quote style=”boxed”]Scopelliti ce l’ha coi suoi e su Twitter si sfoga: “A casa i nominati”[/quote]”Alle prossime elezioni i nominati tutti a casa”. Non ci sarà più spazio insomma per i lacché della politica, per i i yesman che sono i peggiori parassiti della politica.
Il coraggio e l’attenzione sui temi talvolta fanno la differenza!
Piove mentre parliamo con la Napoli e la linea va su e giù come lo spread o come l’indice di gradimento di Berlusconi. Diciamo come il secondo. Va sempre giù, purtroppo per gli italiani. Quanta acqua sotto i ponti…

Una definizione della Napoli? Beh, possiamo definirla una come Renzi: piace alla sinistra come il sindaco di Firenze piace alla destra. Con dei paradossi. Per la sinistra, uno come Saviano, che ha denunciato la camorra con un libro, è diventato un divo e un punto di riferimento internazionale. Una come la Napoli che con la ‘Ndrangheta deve confrontarsi tutti i giorni, deve difendersi dai suoi, da quella Destra che detesta quelli in trincea come lei “salvo poi osannare i professionisti dell’antimafia”, quelli delle passerelle, per intenderci. Lei oggi rischia la ricandidatura dopo il suo gesto. E con questi chiari di luna….

Onorevole ma che sta succedendo in Fli?
«Ho preso una decisione sicuramente sofferta ma anche meditata perché credo che a causa di qualche elemento interno a Fli, supportato dal vice coordinatore nazionale Italo Bocchino, sono venute meno quelle premesse contenute nel manifesto dei valori sul quale è stato fondato Futuro e Libertà. Fra l’altro noi abbiamo cercato, insieme alla maggioranza dell’ormai disciolto coordinamento regionale, di essere rispettosi di  quello che andiamo predicando: e cioè della lotta al malaffare, alla corruzione e alla criminalità organizzata.
E invece?
«Beh, invece c’era qualcuno all’interno che manovrava subdolamente per mantenere dei rapporti con il Governatore della Calabria…».
Si riferisce a Francesco Grandinetti?
«Non solo lui, naturalmente. Guardi, il tutto parte da Roma, perché non è mai stata messa in sordina l’alleanza e il rapporto di amicizia fraterna che c’è tra Bocchino e Scopelliti….»
Vabbè, ma sono vecchi compagni e camerati di partito, si sono cresciuti insieme. Anche lei del resto…
«Si, anche io ero compagna di partito, però se vogliamo non fare battaglie di mera facciata o cosi sulla carta, le distanze vanno prese da chi si rende responsabile di scioglimenti per infiltrazione mafiosa dei consigli comunali, da chi porta le casse di un comune capoluogo come quello di Reggio Calabria in dissesto».
Giuseppe ScopellitiScusi onorevole, prima delle regionali 2010, in un’altra mia intervista (Il Quotidiano della Calabria, ndr), mi disse però che Scopelliti era il migliore, che era il nuovo, uno affidabile. Ricordo ancora le sue parole…
«
Si, all’inizio, prima delle regionali! Prima che presentasse le liste. Ma poi ha presentato le liste da coordinatore regionale del Pdl, inserendo dentro degli elementi che per me non erano assolutamente candidabili. Io stessa l’ho denunciato nella trasmissione di Santoro».
Poi che è successo?
«Poi è successo che ho preso subito le distanze e non sono andata a votare».
Però Scopelliti dopo che si è accorto di chi c’era in lista ha invitato a non votarli, ricorda?
«No no no».
Come no! Contro Signorelli, il figlio di La Rupa…
«No, è troppo facile così. Oltre a Signorelli e al figlio di La Rupa c ’erano personaggi impresentabili  nelle liste del Pdl, nella lista Scopelliti Presidente, vedi Cherubino, vedi Zappalà, Morelli e altri…».
Poi hanno fatto le intese sulla legalità…
«Guardi, lasci stare…»[quote style=”boxed”]Sugli arrestati e inquisiti “Non mi aspettavo di Morelli, ma su altri c’erano ampi sospetti[/quote]
Immagino che nemmeno lei si aspettava di Morelli, dai!
«No, di Morelli sinceramente non me lo aspettavo. Di questo le dò atto. Però di altri personaggi come Cherubino, si. Ci sono ancora persone in questo Consiglio regionale arrestate, indagate e inquisite. Lo stesso presidente Scopelliti è inquisito».

Vorrebbe lo scioglimento del Consiglio come insisteva con la legislatura Loiero?
«Ci ho provato ma non si può chiedere lo scioglimento dei Consigli regionali. Non è previsto. Ci sarebbe una prassi, ma è una procedura un po’ complessa. E’ una situazione comunque anomala. Pensi che nemmeno il governo può intervenire. Certo, anche in circostanze così gravi, con membri inquisiti o arrestati per mafia, ci vorrebbe buon senso e responsabilità. Gli eletti sono invece li seduti sostenendo che le responsabilità sono personali».
Forse, fino al terzo grado, su!
«Assolutamente! Dicevo prima, in riferimento al Governatore, che ciò non toglie che vanno rispettate tutte le forme di garanzia massima. Però mi lasci dire che almeno fino a quando la magistratura non detta la soluzione finale, io credo che la politica dovrebbe guardarsi e riflettere. Altrimenti in Calabria e in Italia, continuiamo a delegare la magistratura…».
Traspare al di là della cornetta il suo disappunto sul perché la politica non sia preventiva…
Si spieghi meglio…
«Dobbiamo smetterla di dire: “dato che quest’uomo non è stato intaccato da indagini della magistratura è per automatismo una persona per bene. [quote style=”boxed”]”Non si può sciogliere il Consiglio regionale come i comuni. E’ anomalo, questo. Nemmeno Monti potrebbe”[/quote] E No!, Bisogna saper prendere le distanze in tempo utile, altrimenti poi ci lamentiamo quando viene magistratura».
E pensare che l’ambiente da cui provengono Fini, Napoli, Scopellliti e Bocchino è lo stesso che agitava i guanti bianchi bianchi in piazza nella stagione di mani pulite di Di Pietro, “l’agente segreto”, come raccontano le fiabe, prestato alla politica da cui tutti oggi prendono le distanze.Gianfranco Fini

Scusi, ma come si fa a prendere le distanze in tempo utile. La nostra società è pervasa da mille collusioni. Non bisognerebbe uscire di casa per evitare di stringere mani sconosciute o fare incontri del quarto tipo con mafiosi. Vedi l’assessore Fedele che ha incrociato il presunto ‘ndranghetista Lampada…
«Infatti!… Ma tante volte a che fine ci si incontra? Questo è quello che bisogna capire. Vedere cioè se un tale stringe patti, se tizio assume impegni, se caio chiede consenso elettorale. In questo senso bisogna saper prendere le distanze».
E Gianfranco Fini, il suo presidente, che dice sulla sua questione?
«Gianfranco Fini?»
Segue una pausa…poi afferma dispiaciuta
«Lui tace, silenzio!»
Silenzio? ma non le sembra strano?
«Non deve chiederlo a me, deve chiederlo al Presidente Fini»
Nemmeno una telefonata?
«No no no»
Ma alla Camera non vi incrociate mai?
«Alla Camera io lavoro, ho tanto da fare…»
Senta, cosa rimprovera a Bocchino?
«Non posso accettare che ci sia gente del mio partito che tenda la mano a persone del Pdl come l’ex ministro Alfano, il quale copre nel suo partito gente come Cosentino, Dell’Utri, Brancher, Papa e poi viene a Reggio Calabria a supportare gente che ha grosse responsabilità, come le dicevo prima, nello scioglimento di Reggio Calabria».

Come nasce Grandinetti?
«E’ stato lui a chiedere di entrare in Futuro e Libertà. Io l’ho preso subito e positivamente, l’ho fatto inserire nell’Assemblea nazionale del partito, nel comitato nazionale dei probiviri, [quote style=”boxed”]Non posso accettare che ci sia gente del mio partito che tenda la mano a persone del Pdl come l’ex ministro Alfano, il quale copre nel suo partito gente come Cosentino, Dell’Utri, Brancher, Papa…[/quote] poi l’ho nominato mio vice coordinatore. Subito dopo il congresso mio lui pretendeva di essere nominato vicario perché, nel frattempo, ha stretto questa alleanza con Bocchino e in virtù di questa “alleanza” pretendeva di fare il vicario. Io ho detto di no, perché mi ero già accorta che si allargava un po’ troppo e non era gradito molti della base. Quindi ho nominato 13 coordinatori per dare maggiore supporto al territorio e da li e nata la disputa».[quote style=”boxed”]Di Grandinetti mi ero accorta da tempo che si era allargato un po’ troppo…[/quote]
Come vede in questa fase il Pdl, il suo ex partito,… i vari La Russa, Gasparri?
«Non bene da ciò che leggo. Primarie si, primarie no. Un balletto irriguardoso delle condizioni in cui versa il paese. C’era comunque da aspettarsi che Berlusconi li scaricasse prima o dopo. Però anche loro hanno delle responsabilità».
Quali?
Italo Bocchino«Perché anziché tutelare il presidente Fini e tutti quelli di An, si sono autotutelati, hanno pensato a loro stessi».
Come?
«Abbarbicandosi dietro Berlusconi e io ero convinta, conoscendo Berlusconi, che prima o poi li avrebbe scaricati. Ormai siamo in prossimità elettorale. E’ chiaro che Berlusconi non avendo la possibilità di garantire i  suoi più stretti, i primi che fa fuori sono gli ex AN, è logico no».
Lei adesso cosa farà onorevole?
«Io porterò a termine questa legislatura da indipendente nel gruppo parlamentare di Futuro e Libertà, perché non mi va di sedermi in altri gruppi, nemmeno nel gruppo misto e riprenderà l’attività della mia associazione “Risveglio Ideale”, proseguirò accanto alla società civile. Insomma, non starò seduta».

Il prossimo anno pensa ad una sua ricandidatura?
«Non lo so, non lo so. Perché qui la politica e tutta in itenere, in fermento. Le dinamiche e i tempi sono velocissimi in politica. Vediamo la legge elettorale, vediamo queste liste dei movimenti. Io non escludo mai nulla. Dico no adesso, magari poi si presentano nuovi scenari.
«E poi le posso dire una cosa?»
Prego.
«Ascolti, io mi sono dimessa  a quattro mesi di distanza dalle elezioni politiche, dove comunque la mia storia, il mio percorso, la mia stessa situazione di sicurezza avrebbe portato il partito a ricandidarmi. C’è voluto coraggio a prendere questa decisione, non crede?
Beh, quando assistiamo a corse senza fine per conquistare una candidatura in Parlamento un po’ di coraggio ci vuole a fare scelte di questo tipo.
«Credo che prima venga l’ etica e l’onesta intellettuale. Se si fanno certe battaglie bisogna dimostrare coerenza».