Omicidio Annalisa Giordanelli. Confessa il cognato Paolo Di Profio: "La odiavo"

Carlomagno

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Omicidio Cetraro conseffa il cognato Paolo Di Profio l'omicida di Anna Giordanelli Annalisa Giordanelli
La vittima, Annalisa Giordanelli e il presunto assassino Paolo Di Profio

CETRARO – Sarebbe stato il cognato Paolo Di Profrio a massacrare a sprangate Annalisa Giordanelli. L’uomo, avrebbe confessato davanti agli inquirenti i quali sin dall’avvio delle indagini, non ci hanno messo molto a puntare i sospetti sul parente della vittima.

Paolo Di Profio, infermiere dell’ospedale di Cetraro, avrebbe riferito anche il movente: addossava le responsabilità alla cognata del divorzio con la moglie.

E’ crollato davanti agli organi inquirenti dopo una decina di ore. Ma stretto con le spalle al muro, alla fine non poteva più difendere gli “alibi” che man mano cercava di edificare. Troppe “incongruenze” tra domande e risposte. “Si, l’ho uccisa io. La odiavo”, avrebbe detto. Perché Annalisa Giordanelli, per tutti Anna, la cognata, sarebbe stata “l’artefice” del fallimento del suo matrimonio.

Secondo l’uomo sarebbe stata la vittima a dire alla sorella Serena di “lasciarlo, perché è un poco di buono. Fatti un’altra vita”. Un susseguirsi di chiamate tra sorelle, incontri, bisbigli che il presunto killer ha recepito come “trame” contro la sua persona.

Sullo sfondo di questa turbolenta separazione, vi sarebbero storie di ordinario disagio coniugale, che non di rado sarebbe sfociato in violenza verbale e forse anche fisica. Ma lui, il presunto omicida, aveva puntato la cognata per essersi messa in mezzo. “Gliela faccio pagare cara”, è il pensiero ricorrente che aveva in testa da mesi. Un chiodo fisso, il suo.

Ieri, da quanto emerge, l’uomo avrebbe pedinato la donna che faceva footing. Era in auto. E quanto giunti su quella strada periferica, sarebbe sceso dal mezzo con una spranga di ferro. Coglie la cognata di sorpresa, alle spalle. Una botta secca, violentissima al capo. Forse prima di affondare il ferro sul cranio della povera donna, ha proferito frasi tipo: “Ti avevo detto che te la facevo pagare e adesso t’ammazzo!”. Annalisa Giordanelli non ha avuto un attimo di tempo per strillare e chiedere aiuto. Non si aspettava che in un pomeriggio di gennaio, passeggiando lungo la città, dopo il lavoro, potesse incrociare l’uomo che le togliesse la vita. A delitto consumato, il presunto omicida, si rimette in auto e getta il piede di porco lungo tra la vegetazione di una stradina sterrata. L’hanno rinvenuta i militari tutta insanguinata e con ciocche di capelli che potrebbero appartenere alla vittima.

L’uomo è in carcere in stato di fermo con l’accusa di omicidio. Toccherà adesso al gip presso il tribunale di Paola valutare le risultanze investigative nonché la confessione, per poi decidere se convalidare il fermo in arresto. [aggiornato alle 21,53]

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Si stringe il cerchio attorno al killer di Anna Giordanelli, il medico di 53 anni, uccisa nel pomeriggio di mercoledì a Cetraro (Cosenza), in circostanze avvolte nel mistero. Da quanto trapela, ci sarebbe un sospetto su cui gli investigatori starebbero puntando i riflettori. Si tratta di un uomo del luogo. Una persona che la vittima conosceva. Sarebbe il “cognato”.

L’uomo, P.D.P., è stato condotto in caserma per un primo interrogatorio come persona informata sui fatti. Gli inquirenti stanno cercando riscontri. Non c’è al momento nessun fermo. I militari hanno ritrovato anche la spranga di ferro insanguinata che si ritiene sia l’arma del delitto.

Secondo quanto si apprende, l’omicidio “non è riconducibile” a rapina o altro. Dai primi rilievi effettuati, il killer infatti non avrebbe asportato nulla. Nemmeno il telefono cellulare. Ciò induce a pensare che potrebbe trattarsi di un assassinio “di impeto”, commesso con un oggetto simile a un grosso martello o spranga di ferro.

Anna Giordanelli è stata aggredita a morte in una via periferica e isolata di Cetraro, mentre faceva jogging.  Il corpo della donna è stato scoperto da alcune persone di passaggio che hanno dato immediatamente l’allarme. La donna quando sono arrivati i soccorsi, era già morta.

Sul movente dell’omicidio, al momento, non si esclude alcuna ipotesi. Gli inquirenti stanno scavando nella vita privata e lavorativa di Anna Giordanelli. Interrogatori sono in corso per cercare di ricostruire le ultime ore di vita del medico. Un delitto che si presenta al momento inspiegabile. La donna, infatti, sposata con un dipendente comunale e madre di tre figli, era stimata sia come persona che come professionista e non aveva ombre sul suo passato.

Per questo gli investigatori, che non escludono alcuna ipotesi, hanno iniziato a lavorare sulla sfera privata e professionale della vittima per verificare se negli ultimi tempi possa avere avuto un problema con qualcuno che possa essere all’origine dell’omicidio.

La donna è stata uccisa con un colpo alla testa sferrato con un corpo contundente. Sul cadavere, da un primo esame, non sono stati riscontrati altri segni di violenza né ferite da difesa, quasi come fosse colta alle spalle dal suo assassino. Modalità che sono all’attenzione dei carabinieri della Compagnia di Paola e di quelli del Reparto operativo di Cosenza. I militari, stanno effettuando una vasta ricerca nella speranza di ritrovare l’oggetto usato per il delitto che potrebbe fornire preziose indicazioni sull’autore.

“Tutte le ipotesi sono al vaglio e, al momento, non mi sento di escluderne nessuna”, ha detto il procuratore della Repubblica di Paola, Bruno Giordano, secondo cui sull’asfalto – all’altezza del punto del marciapiede in cui è stata aggredita Anna Giordanelli – sarebbero state ritrovate tracce di pneumatici che potrebbero appartenere all’auto dell’aggressore. La Procura di Paola ha disposto l’autopsia sul corpo della donna.

“Per me è un doppio colpo. Anna Giordanelli era una persona molto conosciuta, nonché grande amica mia e della mia famiglia. Siamo frastornati”, ha detto il sindaco di Cetraro, Angelo Aita, commentando all’Adnkronos la morte del medico.

“Era una delle donne più tranquille della città, amava la sua professione di medico, era una donna discreta che selezionava bene le sue amicizie”, ha continuato. Aita non riesce a “dare una motivazione di quanto accaduto né attorno al suo ruolo di medico né nella sua vita di relazione”. La donna era sposata con un geologo, dirigente del Comune di Cetraro. Ha due figli maschi, uno è studente universitario l’altro frequenta la scuola media.