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Quattro anni di carcere per l’imprenditore Pietro Citrigno. È questa la richiesta formulata stamane dal pm Maria Francesca Cerchiara nell’ambito del processo a carico dell’ex editore di “Calabria Ora”, sotto accusa per violenza privata ai danni di uno dei suoi giornalisti, Alessandro Bozzo, poi suicidatosi il 15 marzo del 2013.
La Procura, inoltre, ha ritenuto che dal dibattimento, e in particolare dalle testimonianze dei colleghi di Bozzo, siano emersi altri elementi incriminanti a carico dell’imputato: da qui, la richiesta di trasmissione in Procura degli atti che riguardano i giornalisti Pietro Comito, Francesco Pirillo, Antonella Garofalo, Antonio Murzio e lo stesso Bozzo per valutare, eventualmente, l’apertura di un nuovo procedimento a carico di Citrigno, stavolta per tentata estorsione.
Dopo la requisitoria del pm, hanno discusso l’avvocato Nicola Rendace, parte civile per conto della famiglia Bozzo e dell’Ordine nazionale dei giornalisti, seguito dal legale Raffaele Brescia, uno dei difensori dell’imputato. L’altro, l’avvocato Salvatore Staiano, discuterà il prossimo 14 settembre alla ripresa dei lavori in aula: quello sarà anche il giorno della sentenza di primo grado.
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