Ruba derrate alimentari e simula una rapina, incastrato dai carabinieri

Carlomagno

Ai Lettori

Secondo Piano News non riceve finanziamenti pubblici come i grandi e piccoli media mainstream sovvenzionati a pioggia dallo Stato. Pertanto chiediamo ai nostri lettori un contributo libero che può permetterci di continuare a offrire una informazione vera, libera e corretta.

SOSTIENI L'INFORMAZIONE INDIPENDENTE
 
SEGUICI SUI SOCIAL
Per ricevere gli aggiornamenti lascia un like sulla nuova pagina Fb. Iscriviti anche al Gruppo "Un Unico Copione Un'Unica Regia". Seguici pure su TELEGRAM 1 (La Verità Rende Liberi); e TELEGRAM 2  (Dino Granata), come su Twitter "X" SPN nonché su X (Dino Granata)
La caserma dei carabinieri della compagnia di Rende
La caserma dei carabinieri della compagnia di Rende

Si appropria indebitamente di un furgone carico di derrate alimentari dall’azienda per cui lavora e poi, per non attirare sospetti, denuncia ai carabinieri una rapina a mano armata inesistente.

E’ successo a Rende dove i carabinieri della compagnia di Rende hanno denunciato un 52enne di Montalto Uffugo e un 46enne di Cosenza ritenuto suo complice, per simulazione di reato, ricettazione e appropriazione indebita aggravata.

L’uomo, venerdì scorso si era presentato in caserma per denunciare la rapina. Al fine di rendere credibile la sua versione, si era presentato con i vestiti sporchi di fango raccontando ai militari di esser stato rapinato da due uomini armati di pistola i quali dapprima lo avevano costretto a salire su un’autovettura e successivamente, al fine di rubargli il furgone su cui trasportava derrate alimentari, lo avevano abbandonato nelle campagne del territorio del comune di Acri.

A seguito di immediate attività d’indagine, gli uomini in divisa guidati dal capitano Sebastiano Maieli, hanno notato alcune incongruenze nel racconto e, scavando, riescono a risalire ad un’altra verità.

Convocato nuovamente in caserma, e messo di fronte alle evidenze, la presunta vittima ha confessato di non aver subito alcuna rapina e di essersi indebitamente appropriato delle derrate alimentari della società per cui lavorava, sita a Rende, per poi rivenderle al complice e dividere con lui il ricavato della successiva vendita.