Presentato a Cosenza il Festival delle Invasioni 2017. PROGRAMMA

Carlomagno

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Un momento della presentazione del Festival Invasioni 2017
Un momento della presentazione. Da sinistra Jole Santelli, Mario Occhiuto e Iole Perito

“La città non è soltanto un luogo fisico ma è tale nella misura in cui determina e condiziona il modo di stare insieme”. Il Sindaco Mario Occhiuto non perde occasione per ribadire la funzione aggregativa, quindi sociale, che attribuisce alla città in senso generale e ad ogni suo singolo luogo. A maggior ragione lo ha fatto presentando il grande evento estivo “Confluenze – Festival delle Invasioni 2017” che mette insieme, in un unico progetto, la programmazione dei mesi estivi, quelli in cui davvero, come vuole il Primo cittadino, “la città è un grande teatro di eventi all’aperto che soddisfa tanto la valorizzazione dei luoghi quanto l’esigenza di socialità”.

Questo è il progetto “Confluenze” , “una proposta culturale – è ancora Occhiuto – che fa di Cosenza una città competitiva, che attrae, ed alla quale ha lavorato una grande squadra”. É il vicesindaco Jole Santelli – attenta coordinatrice del gruppo di lavoro – ad associarsi al sindaco Occhiuto nel dare volto allo staff, dagli assessori Rosaria Succurro e Loredana Pastore ai grandi eventi e turismo la prima ed alle attività produttive la seconda (nel centro storico si riaffidano i Temporary per il periodo del festival mente lungofiume rafforza la sua vocazione di villaggio dell’arte con attività in tema); ai dirigenti Giampaolo Calabrese, alla cultura, Francesco Converso, alle infrastrutture e Giuseppe Nardi, alle risorse finanziarie; e poi la consulente del Sindaco alla cultura Eva Catizone e la collaborazione artistica di Franco Dionesalvi.

“Per noi ‘Confluenze’ – afferma il vicesindaco Santelli – è sì un riferimento geografico, il luogo simbolo del nostro mito di Alarico e cerniera tra le due città, la nuova e la vecchia, Ma è anche il grande evento nel quale confluiscono, appunto, tutte le tradizionali occasioni di incontro dei mesi estivi”. Sarà soprattutto la musica ad accompagnare la città lungo un percorso di valorizzazione dei suoi spazi, “al centro – ci dice Iole Santelli – è l’uomo, sia esso cittadino o visitatore, invitato a lasciarsi attraversare dagli eventi proposti con la voglia di scoprire le singole tappe di un intenso viaggio artistico-culturale da vivere in continuità”.

Sulla capacità attrattiva del programma fa leva l’assessore al turismo Rosaria Succurro che parla di una “sintonia di luoghi e di scelte artistiche che, insieme, sono motore di un turismo culturale di qualità” mentre il Dirigente Calabrese, raccontando il programma (del quale riferiamo in un comunicato stampa a parte) ne specifica le sezioni – accanto alle Confluenze musicali, i Beni suonati e i Beni parlati “come luoghi architettonicamente rilevanti che diventano scenario di eventi, che suonano e parlano. Il progetto – conclude – può dirsi punto di riferimento del territorio regionale”.

IL PROGRAMMA

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La locandina

“La musica non ferma la guerra ma smuove le coscienze”. Aeham Ahmad è ormai conosciuto in tutto il mondo come “il pianista di Yarmouk”, campo palestinese alle porte di Damasco. Da quel luogo di distruzione, attraverso le note del suo pianoforte trasportato su un carretto nei quartieri devastati dalla guerra, ha lanciato il suo messaggio di speranza. Ora Music for hope è un messaggio universale e Ahmad, rifugiato in Germania, la terra che lo ha accolto, lo porta in tutto il mondo. La musica di Ahmad, vero e proprio inno di pace, che invita all’incontro e all’inclusione, che non  conosce confini e barriere, diventa la filosofia portante di Confluenze-Festival delle Invasioni 2017 e l’Amministrazione comunale, significativamente, ne fa l’appuntamento inaugurale (29 giugno, piazza Duomo), apripista di una lunga kermesse culturale che si candida alla sezione ‘grandi festival di rilievo internazionale’ dell’Avviso pubblico regionale per la selezione e finanziamento di interventi per la valorizzazione del sistema dei beni culturali, la qualificazione e il rafforzamento dell’offerta culturale.

Nel mese di luglio, ormai alle porte, nel capoluogo bruzio, dove città nuova e città vecchia si incontrano e si uniscono, non si respirerà soltanto la calda aria d’estate ma avremo di che ossigenarci con una programmazione artistico-culturale di grande attrattività, un evento tra i più  ricchi e significativi del panorama regionale.

Mentre l’area del Lungofiume, tradizionalmente inteso, rafforza la sua vocazione di villaggio degli artisti e, accanto alle residenze BoCS Art, apre all’allestimento di mostre, di vintage, di artigianato, oggettistica di riciclo e quant’altro legato al mondo dell’arte, la Confluenza diventa il cuore del festival – quale luogo simbolo delle invasioni ma anche in funzione di una accessibilità che invita a lasciare a casa l’automobile – e abbraccia un centro storico che sarà ‘invaso’ non solo nelle sue piazze principali ma anche in vicoli, stradine e piazzette, contest ideale per musica d’ambiente.

La valorizzazione del centro storico, nel variegato programma del festival, trova la sua traduzione in ‘Beni parlati’ e ‘Beni suonati’, altre due sezioni di ‘Confluenze’.

E’ un incontro di generi musicali nel luogo simbolo di Cosenza dove i due fiumi si uniscono, e comincia con la marching band e la musica salentina della Lunga notte delle Bande (Cesare dell’Anna&GIRODIBANDA, gli ARCHIMOSSI, il 30 giugno) per contaminarsi  con quella mediterranea del nigeriano Gomar Almoctar, noto come Bombino (1° luglio), la stella più luminosa del desert blues. Nella lingua dei tuareg racconta  di storie di ribellione e di pace. Musica di sapore ‘river’ alle Confluenze, dove poi si daranno appuntamento gli italiani  Planet Funk (6 luglio) con un live set, Don Antonio (9 luglio) e Eman (26 luglio); sono brasiliani i Selton (22 luglio) ma milanesi di adozione ed hanno cominciato proprio da Jannacci e Cochi&Renato, cantati in portoghese. Da oltreoceano arrivano gli americani Alejandro Escovedo (8 luglio), Annie Keating (15 luglio) e il bluesman Levi Parham (28 luglio). Gran concerto finale con i britannici Incognito (29 luglio), considerati tra i primi a proporre il genere acid jazz, che innesta atmosfere jazzistiche su ritmiche e colori tipicamente soul, funky e hip hop.

Tanta altra musica passa attraverso luoghi e beni architettonici del centro storico, cominciando da piazza XV marzo dove Francesco Gabbani (12 luglio) – che dal palcoscenico di Sanremo ha conquistato la platea internazionale, ed in sole due settimane un bel disco di platino per aver toccato quota 50.000 copie vendute, con il suo Occientali’s Karma – offre una serata che mette d’accordo, e soprattutto fa ballare, tutta la famiglia.  Nella parte antica della città, anche negli scorci meno frequentati, alcune giornate – sono quelle dal 17 al 21 luglio –  saranno quasi una sorta di staffetta tra eventi di musica e spettacolo di vario genere, con incursioni nel teatro di Saverio La Ruina  e nei “Racconti del Mito” dei sardi Gavino e Michela Murgia.

“Confluenze” apre anche una finestra sulla classica contemporanea  dalla quale godersi due eccellenze del panorama internazionale, i virtuosi Francesco Grillo (20 luglio) e Michael Nyman (21 luglio) in piano solo, che promette le più celebri colonne sonore da lui composte, tra le quali l’indimenticabile Lezioni di Piano: due appuntamenti da  calendarizzare tra gli imperdibili.
Non mancano talenti del nostro territorio: Red Basica, Giuseppe Maiorca, Nino Racco,  i giovani virtuosi del Conservatorio di Cosenza.

I “Beni parlati” sono quelli che ospiteranno presentazioni di libri e conversazioni con scrittori e intellettuali, esponenti di spicco del panorama culturale nazionale ed internazionale: nel chiostro di San Domenico: Giovanni Bianconi, inviato del Corriere della Sera,  autore de “L’Assedio. Troppi nemici per Giovanni Falcone”, ce lo presenta nel 25esimo della strage di Capaci (4 luglio); dagli States lo spettacolo di Federico RampiniAll you need is love (l’economia spiegata con i Beatles)”, affiancato dalla cantante Roberta Giallo  e dal maestro Valentino Corvino (10 luglio) e Antonio Monda, direttore artistico del Festival del Cinema di Roma, ‘ritratto’ dal New York Times come un “istituto di cultura raccolto in una sola persona”, che ci racconta “L’evidenza delle cose non viste”, la sua ultima opera (14 luglio)Amedeo La Mattina, giornalista ma scrittore esordiente, presenta il suo primo romanzo “L’incantesimo delle civette” (13 luglio); Maria Antonietta Spadorcia, il suo “Di corsa e di carriera” ci racconta della donna 2.0 (20 luglio); in piazza Parrasio due calabresi ‘contro’, Nino Spirlì e Arcangelo Badolati su “Diario di una vecchia checca” (17 luglio); in piazza Duomo la conversazione sonora, “La Musica dei Numeri”, con il matematico Piergiorgio Odifreddi (18 luglio).

Contestualmente al Festival, resteranno aperti oltre il consueto orario il Teatro Rendano, il Castello Svevo, il Museo dei Brettii e degli Enotri, il Complesso Monumentale di San Domenico, il Duomo e il Museo Diocesano e il Museo del Fumetto.