Estorsione e usura a Cosenza, processo per coinvolti “Laqueo”

Carlomagno

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aula tribunale
Ansa

Il gup di Catanzaro ha rinviato a giudizio tutti gli indagati dell’inchiesta “Laqueo”, l’operazione della Dda di Catanzaro che il 30 agosto 2016 portò in carcere 14 persone ritenute appartenenti a un’organizzazione criminale dedita all’usura e all’estorsione aggravate dalle finalità mafiose.

Il blitz sgominò un sodalizio criminale, emanazione delle cosche federate Cicero-Lanzino e Rango-Zingari, egemoni sulla città di Cosenza. Secondo le indagini usando i capitali della ‘ndrangheta avrebbero elargito prestiti con l’imposizione di tassi d’interesse fino al 30% mensile.

L’operazione suscitò molto clamore per l’arresto di Francesco Modesto, calciatore professionista che ha militato in numerosi club di serie A e B tra cui Cosenza, Palermo, Reggina, Genoa, Bologna, Parma Pescara e Crotone. Modesto venne poi scarcerato. La sua posizione processuale è stata stralciata.

La Dda di Catanzaro aveva chiesto il rinvio a giudizio per le persone coinvolte. Si tratta del suocero di Modesto, Luisiano Castiglia; dei presunti boss Francesco Patitucci e Maurizio Rango; del pentito Roberto Violetta Calabrese; e di Massimo Brunetti, Francesco Magurno, Gianfranco Bevilacqua, Giuseppe Garofalo, Giovanni Guarasci, Danilo Magurno, Mario Mandoliti, Giuseppe De Cicco, Ariosto Francesco Mantuano e William Sacco.

Hanno scelto il rito abbreviato tutti gli indagati, tranne: Castiglia, Francesco Magurno, Danilo Magurno e Francesco Mantuano. Per l’abbreviato il processo inizierà il 4 ottobre.
L’indagine scaturisce dall’esito delle risultanze investigative incentrate principalmente sulle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Roberto Violetta Calabrese, che hanno consentito di far piena luce sulla presunta ramificata attività di usura posta in essere dagli indagati, a vario titolo, per conto delle cosche federate “Lanzino-Cicero” e “Rango-Zingari”, utilizzando il denaro contante proveniente dalla “cassa comune” della ‘ndrangheta cosentina.