Discarica in un torrente, nei guai 8 dirigenti regionali e di Calabria Verde

Carlomagno

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Otto persone tra dirigenti della Regione Calabria e Calabria Verde, sono state denunciate per violazioni in materia ambientale. Il deferimento alla Procura di Castrovillari, è avvenuto nell’ambito di attività di controllo svolte dai Carabinieri Forestali di Corigliano e Rossano che hanno anche posto sotto sequestro un’area del torrente Cino al confine tra i due comuni, perché diventata una discarica abusiva. Insieme ai dipendenti pubblici, segnalati alla procura anche titolari di imprese e direttore dei lavori.

Il presidente della Giunta regionale, Mario Oliverio, proprio sabato scorso nel corso del suo intervento alla festa dell’Unità a Rovito aveva detto: “Il nostro obiettivo è quello di puntare a discariche zero senza provocare conseguenze di cui debbano pagarne il prezzo la Regione e, quindi, i cittadini calabresi”.

I FATTI – Il sequestro dell’area è avvenuto nell’ambito dei lavori idraulici in corso nel torrente Gennarito di Corigliano Calabro denominato “Lotto 2”, da parte di Calabria Verde, inseriti nella programmazione post alluvione avvenuta nel 2015.

Nell’area è stato rilevato che il materiale conferito nell’alveo del torrente Cino, quest’ultimo non ricompreso ed estraneo ai lavori nell’ambito del progetto, non era solo sottoprodotto (terra e rocce da scavo) ma veri e propri rifiuti.

In particolare al suo interno sono state rinvenute, lungo le scarpate create da numerosi scarichi, rifiuti misti inglobati nelle terre di scarico, quali rifiuti urbani e speciali tra i quali pezzi di asfalto e carta catramata, frammenti di vetro, bottiglie di vario genere e natura, residui di vegetali, manufatti in plastica, materiale vario ferroso quali carcasse di autovetture, calcinacci, indumenti in disuso, alluminio e pezzi di eternit a significare che prima del conferimento non è avvenuta alcuna separazione del rifiuto.

In particolare, i rifiuti venivano collocati, per mezzo di autocarri di trasporto e di un mezzo meccanico utilizzato per la sistemazione sugli argini del torrente Cino senza alcuna attività di separazione e differenzazione del rifiuto causando una illecita miscelazione.

Tale attività è stata effettuata tra l’altro senza aver acquisito il nulla osta paesaggistico ambientale e senza autorizzazione per l’occupazione di demanio fluviale in zona sottoposta a vincolo paesaggistico.

Inoltre, dagli esami degli elaborati progettuali è emerso che dal piano di utilizzo il Torrente Cino, che ha ricevuto materiale dal Torrente Gennarito, non è incluso nel progetto tra i siti previsti per il piano di utilizzo che riguardano lo stoccaggio.

L’area interessata allo scarico ed oggetto della discarica abusiva, è individuata in attenzione PAI, Piano Assetto Idrogeologico, con rischio inondazione R4 che necessità di uno studio geologico, idrogeologico e idrografico.

Tale attività, oltre al sequestro dell’area, già convalidato dalla Procura della Repubblica di Castrovillari ha portato alla denuncia delle otto persone. E’ stato anche accertato che le ditte e i mezzi che hanno trasportato i rifiuti sono risultate sprovviste della prevista iscrizione all’albo gestori ambientali e pertanto non si ha contezza della tracciabilità dei rifiuti.