Fallimento società di rifiuti, misure cautelari per coniugi di Altomonte

Carlomagno

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verifiche finanza cosenzaPersonale della Guardia di finanza di Castrovillari ha eseguito stamane due misure cautelari (un arresto ai domiciliari e un obbligo di firma) nei confronti di una coppia di coniugi di Altomonte, B.M., di 46 anni, e B.A., di 40, accusati di bancarotta fraudolenta documentale e distrattiva.

Nei confronti di marito e moglie è stato anche eseguito un sequestro preventivo di beni mobili ed immobili per 800 mila euro. Il provvedimento è stato emesso dal gip presso il tribunale di Castrovillari su richiesta del pm della locale procura, Angela Continisio.

Le indagini riguardano il fallimento di una società di San Lorenzo del Vallo (Cosenza), attiva nello smaltimento di rifiuti, a seguito del quale le fiamme gialle hanno avviato indagini finalizzate a verificare la presunta distrazione di risorse dalle casse societarie che risultavano “svuotate”, mentre la società “spogliata” di beni per un valore pari a circa 4.300.000 euro, a danno dei creditori.

Dall’analisi della documentazione reperita nel corso delle indagini e da perquisizioni, sono emersi gravi indizi di frode in capo all’amministratore della società fallita (il marito), e alla moglie che secondo l’accusa sarebbe stata complice del consorte.

Di fatto, l’amministratore della società in dissesto economico, mediante artifizi documentali e contabili, nonché attraverso la presentazione di falsi bilanci, avrebbe trasferito fraudolentemente la gran parte dei beni dell’impresa ad una nuova società amministrata dalla moglie – che tutt’oggi opera nel settore dello smaltimento dei rifiuti – e che era stata da loro stessi creata nella stessa sede di quella posta in fallimento.

Secondo l’accusa, la frode si sarebbe consumata mediante l’espediente dell’aggiornamento degli atti catastali ad opera della moglie, amministratrice della nuova società, che avrebbe accatastato a favore di quest’ultima, a titolo di proprietà, un intero complesso aziendale composto da capannone industriale, uffici, alloggi e macchinari.

L’amministratore della società fallita è stato destinatario della misura cautelare degli arresti domiciliari, mentre per la donna indagata il Giudice ha disposto l’obbligo di firma presso la polizia giudiziaria. I finanzieri hanno inoltre posto sotto sequestro beni mobili ed immobili sottratti fraudolentemente alla procedura fallimentare, per un valore pari ad 850.000 euro.