Voto di scambio, Papasso si difende: “Denunciai tutto. Mai omesso nulla”

Da una inchiesta nata dalle sue denunce, l'ex sindaco di Cassano allo Ionio si ritrova indagato per un caso di presunta corruzione elettorale in concorso con l'autore dei messaggi intimidatori

Carlomagno

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Gianni Papasso
Gianni Papasso

“Mai mi sono permesso di corrompere o di farmi corrompere, tanto meno, di intimidire o di farmi intimidire. Quindi, nessuna azione di corruzione elettorale. Oltretutto, nella campagna elettorale del giugno 2016, tanta era la solidarietà e il consenso che non c’era assolutamente bisogno di azionare meccanismi di turbativa o di corruzione elettorale”. Risponde cosi l’ex sindaco di Cassano allo Ionio, Gianni Papasso dopo la notizia di indagini per un presunto caso di corruzione elettorale che gli viene contestato dalla procura di Castrovillari nelle elezioni del 2016.

In un post su Facebook, l’ex primo cittadino sottolinea che questa “è pratica che non mi appartiene. Lo straordinario risultato elettorale e il successo personale conseguito, per il quale ancora ringrazio, con il cuore in mano, i miei cari ed amati concittadini, ne è prova e testimonianza. Un successo e un risultato così straordinario che non è stato mai accettato da taluni, i quali mi stanno facendo vivere un autentico calvario. In ogni caso, nel ringraziare, nuovamente, la magistratura competente – prosegue Papasso – resto a disposizione della stessa, per ogni altra utile collaborazione e chiarimento, al fine di fare completa chiarezza, per accertare per intero la verità e per fare definitiva giustizia”.

Gianni Papasso commenta anche l’arresto di Francesco Bruno, presunto autore dei messaggi minatori che negli ultimi tempi gli erano stati indirizzati e per questo è stato arrestato dai Carabinieri “Prendo atto con viva soddisfazione dello sviluppo di una vicenda che mi ha provocato profondo turbamento. Infatti, appena rieletto sindaco della città, sono stati inoltrati sulle mie utenze telefoniche messaggi a raffica, con lo scopo chiaramente ricattatorio e intimidatorio. Alcuni messaggi, dello stesso tenore, venivano inviati a miei amici e collaboratori. La vicenda è andata avanti per mesi. Ho prontamente denunciato tutto, senza omettere assolutamente niente”.

Gli inquirenti proprio indagando sui messaggi minatori avrebbero scoperto che ve ne sarebbero altri che non erano stati denunciati dall’allora sindaco. Messaggi il cui contenuto è oggetto di approfondimento investigativo appunto per l’ipotesi di corruzione elettorale in concorso con il Bruno che avrebbe rivolto messaggi intimidatori a Papasso per ottenere un posto di lavoro.

Papasso, eletto nelle comunali del 2016 e non più in carica dal 23 novembre scorso quando il Comune è stato sciolto per infiltrazioni mafiose, nel post ringrazia i carabinieri e la magistratura di Castrovillari “per l’impegno profuso e per aver assicurato alla giustizia il responsabile di una situazione che mi ha provocato molta angoscia. Il mio comportamento è stato sempre limpido e lineare, fuori da qualsiasi presunta ambiguità. Chi mi conosce – spiega ancora Gianni Papasso – sa che ho sempre bandito l’ipocrisia, la doppiezza e, soprattutto, l’ambiguità. Sono connotati che mi riconoscono anche i miei più acerrimi avversari. A volte, per la mia linearità comportamentale, che spesso viene definita puntigliosa, e per la coerenza, che mi è fortemente riconosciuta, ho pagato prezzi durissimi”.