Stige, il capocosca di Strongoli Giglio minacciò Franco Laratta

Carlomagno

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Franco Laratta
Franco Laratta

L’ex deputato del Pd e attuale membro nel Cda dell’Ismea, Franco Laratta fu minacciato da Salvatore Giglio, ritenuto dalla Dda di Catanzaro capocosca della ‘ndrina di Strongoli, arrestato con l’operazione Stige.

L’episodio, recente, riguarda la compravendita di un’azienda agricola e il frantoio di proprietà dei fratelli Santo Pasquale Sculco e Cesira Maria Emilia ubicate a Strangoli in località “Bruchetto”. L’esponente politico, originario di San Giovanni in Fiore, insieme al sindaco di Petilia Policastro Amedeo Nicolazzi ricevettero minacce da parte del Giglio per tenerli lontani, con metodi mafiosi, dalla trattativa per acquistare le aziende.

Giglio, che aveva interesse nell’acquisizione, nel tentativo di tenere sotto scacco Santo Pasquale Sculco sarebbe stato autore di estorsione ai dannni dell’uomo e avrebbe commissionato “danneggiamenti e furti all’interno della sua azienda agricola (in particolare il furto di attrezzi all’interno del magazzino dell’azienda agricola e il furto del quadro elettrico del frantoio); costringendo le persone offese (comprese in tale qualità gli imprenditori allontanati o minacciati) a subire una grave menomazione della loro libertà contrattuale, imponendo loro la necessità di dover contrattare con imprenditori a lui vicino o comunque a lui subordinati”.

Santo Pasquale Sculco, tuttavia, non è uno stinco di santo. Nel citato episodio è parte offesa, ma conosce bene Salvatore Giglio in quanto in passato è stato un suo fiancheggiatore e per questo condannato in via definitiva a 4 mesi di reclusione perché in concorso con altri, ha aiutato proprio Giglio a sottrarsi all’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dalla Corte d’Appello di Catanzaro il 28 dicembre 2000.