Dal Nord alla Calabria per la Polenta e Osei, scoperta rete cacciatori

Carlomagno

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uccelli fucili sequetrati operazione oseiDal Nord arrivavano in Calabria per cacciare uccelli protetti da portare poi nelle loro città dislocate in Veneto e Lombardia e preparare piatti tipici locali a base di “Polenta e osei” (cacciagione). I “turisti” cacciatori avevano come riferimento una base logistica di colleghi cacciatori tra Rossano e Corigliano che li ospitava, li portava nei boschi a cacciare e che poi si occupava per loro di spedire al nord tutta la selvaggina illegalmente abbattuta su normali bus di linea.

Il giro è stato scoperto e bloccato dal gruppo Carabinieri-Forestali di Cosenza che nei giorni ha operato il sequestro di oltre tremila uccelli, 28 fucili e circa 600 cartucce nel Comune di Corigliano Calabro.

Quattro persone, una di Rossano e tre di Corigliano sono state denunciate alla Procura della Repubblica di Castrovillari, che ha coordinato le indagini scaturite nell’operazione “Osei 2”, accusate di detenzione e commercializzazione di avifauna che veniva sistematicamente cacciata nell’area ionica.

Durante i servizi di controllo del territorio i militari hanno individuato una vera e propria organizzazione costituita da cittadini di Corigliano e Rossano che gestivano attività di caccia riconducibile al turismo venatorio.

Una volta giunti sul posto i cacciatori provenienti in gran parte dalle province di Vicenza, Padova, Brescia e Bergamo trovavano tutto organizzato nei minimi dettagli, dall’alloggio, al vitto fino ai fucili e al munizionamento per poter effettuare la caccia a specie di avifauna protetta e non cacciabile, particolarmente apprezzata nella preparazione del tipico piatto a base di cacciagione conosciuto come “Polenta e osei”.

I cacciatori, in un vero e proprio “tour venatorio” venivano accompagnati nelle battute di caccia, effettuate nei grossi centri dell’alto ionio cosentino da persone del luogo che poi, si preoccupavano della conservazione della avifauna abbattuta e della spedizione che avveniva tramite autobus di linea diretti al nord.

I pacchi confezionati venivano infatti caricati su autobus di linea come normali spedizioni il cui contenuto era ignoto ai dipendenti delle società di autolinee. L’operazione ha smascherato una vera e propria organizzazione dedita a tale attività illegale frutto di una lunga e mirata azione investigativa con servizi di osservazione, controllo e pedinamenti culminata nei giorni scorsi con l’intervento dei militari che hanno bloccato i quattro uomini in un piazzale a Corigliano mentre caricavano su un autobus, in partenza per il Nord Italia, alcuni pacchi risultati contenenti l’avifauna posta poi sotto sequestro.

Inoltre all’interno delle autovetture usate per il trasporto dei pacchi sono state rinvenute incustodite 250 cartucce. Gli ulteriori e dettagliati controlli hanno accertato la presenza nei quattro scatoloni di 2.795 capi di avifauna per la maggior parte non cacciabile appartenenti alla specie di “Fringilidi” (fringuelli, verdoni, cardellini, fanelli, verzellini, zigoli e peppole oltre a beccacce, beccaccini, alzavole, storni, allodole, pettirossi, capinere, merli, ghiandaie, cinciallegre minori e cinciallegre maggiori) , suddivisi in pacchetti più piccoli e selezionati per specie, altri 330 capi sono stati rinvenuti all’interno di un magazzino di uno degli indagati insieme ad altro munizionamento incustodito oltre a 28 fucili di vario calibro che erano le armi messe a disposizione per i cacciatori che arrivavano dal nord Italia.