Mattarella e Meta: “La comunità arbereshe patrimonio di tutti”

Carlomagno

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I presidenti Meta Mattarella a San Demetrio Corone

L’eredità più autentica e attuale di Giorgio Castriota Skanderberg “è la promozione di un modello statuale che coniuga e sa contemperare le differenze” ed è “un messaggio che aiuta ad orientarci e agire in un’epoca nella quale sembrano moltiplicarsi e prevalere artificialmente le tensioni, l’esacerbarsi degli scontri, l’enfatizzazione delle differenze, il miope innalzamento di barriere ideologiche e identitarie che presuppongono una contrapposizione permanente con “l’altro”.

Lo ha detto Sergio Mattarella a San Demetrio Corone, il centro arbereshe del Cosentino in cui si sono celebrati i 550 anni dalla morte di Giorgio Castriota SKanderbeg, eroe nazionale albanese. Al suo arrivo nel piccolo centro, il presidente è stato accolto, fra gli applausi, da uno sventolio di bandiere tricolori e della Repubblica d’Albania, il cui presidente, Ilir Meta, è da martedì in Calabria.

Mattarella è stato accolto, all’ingresso del Collegio di Sant’Adriano, che ospita l’evento, fra gli altri, dal Prefetto Paola Galeone, dal presidente della Regione, Mario Oliverio, da quello della Provincia di Cosenza, Franco Iacucci. Per il presidente della Repubblica “del messaggio di Skanderbeg gli arbereshe si sono fatti, nei secoli, testimoni e promotori”.

“La diaspora albanese, che nell’eroe nazionale identificò il collante della propria condizione di “popolo in fuga”, è riuscita a mantenere vivo il legame con la patria d’origine, integrandosi pacificamente ed efficacemente in varie zone d’Italia”.

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La Costituzione, all’articolo 6, tutela le minoranze linguistiche ed è “una previsione che rappresenta uno snodo di fondamentale importanza, perché inscindibilmente collegato all’unità e indivisibilità della nostra Repubblica, con il riconoscimento e la valorizzazione delle diverse culture nazionali presenti nel Paese”, ha detto ancora Mattarella”.

“Per il Presidente della Repubblica questa è “una previsione che si pone a presidio del pluralismo, cardine della democrazia ed elemento imprescindibile di un sistema che non vuole assimilare le differenze, ma riconoscerle e valorizzarle e avverte questo dovere”.

“Gli arbereshe – ha sottolineato il Capo dello Stato – costituiscono una storia di integrazione e accoglienza che ha avuto pieno successo, un esempio di come la mutua conoscenza e il reciproco rispetto delle culture siano strumento di crescita per le realtà territoriali e per i Paesi in cui le diverse comunità vivono. La preservazione delle antiche origini, la reciproca influenza, la fusione armonica di lingua, cultura e tradizioni, sono state nei secoli e sono ancora oggi il ‘valore aggiuntò di queste comunità. Realtà che svolgono un’essenziale funzione di ponte tra i due ‘popoli di fronte’, come spesso ci si riferisce ad albanesi e italiani”.

Il Presidente della Repubblica d’Albania Meta: “Qui la culla della cultura arbereshe”

Ilir Meta, Presidente della Repubblica d’Albania ha sottolineato che “San Demetrio Corone e il collegio di San Adriano sono la culla dell’istruzione e della cultura arbereshe, dove insegnava De Rada, e uno degli studenti era Luigi Gurakuqi, figure ispiratrici e contributori del nostro Rinascimento nazionale e alla Dichiarazione di Indipendenza dell’Albania”.

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“Benché lontani dalla loro patria, la comunità di arbereshe ha creato e mantenuto la sua identità nazionale, che ancora oggi dopo 550 anni salva lingua, costumi, riti, tradizioni e credenze con amore e passione”.

“Preservare e coltivare l’identità nazionale degli arbereshe è una simbiosi unica con la loro piena integrazione con la cultura e la società italiana “, ha sottolineato ancora il Presidente Meta.

“Siamo grati agli arbereshe per il loro prezioso contributo alla nostra nazione e la perpetuazione nei secoli dell’immagine di Giorgio Castriota Skanderbeg”, l’eroe che “riunisce gli albanesi in tutto il mondo! Pertanto, siamo grati alle nostre sorelle e fratelli arbereshe che hanno mantenuto questa figura gloriosa e le sue azioni”.

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“La comunità di arbereshe rimane oggi l’unico guardiano della lingua di Skanderbeg che i suoi compagni parlavano seicento anni fa. Questo è un grande tesoro per la nostra nazione, per l’Italia e per il patrimonio universale”.

“È nell’interesse sia dei nostri popoli che dei paesi promuovere questa antica e unica comunità come una parte inseparabile del patrimonio storico albanese, italiano ed europeo “, ha affermato il capo dello stato albanese che ha poi inaugurato insieme al presidente Mattarella una targa all’eroe Skanderberg.